GIARDINI DI MIRO’ IN CONCERTO
+ Therese&Isabelle + Hic Niger Est
23 Aprile 2004 h21.30
Candle (Lecce)
Ingresso 6 Euro
PRESENTAZIONE
Kantieri ed Events presentano Giardini di Mirò in concerto.
Dal vivo sul palco del Candle (Lecce) il gruppo emiliano conosciuto in tutta Europa. Unica data nel Sud Italia per il gruppo, che partirà subito dopo per il Punk Not Diet Tour, che li vedrà suonare in tutta Europa.
I GDM sono autori di un post-rock orginale e innovativo, dalle atmosfere ipnotiche e rilassanti, dove i suoni elettrici distorti si sposano con l’acustica degli archi o della della tromba, dove gli arpeggi di chitarra tenui ed ammalianti si comprimono sino ad esplodere in un rumorismo d’impatto davvero devastante.
Tutto sui GDM nel sito www.giardinidimiro.com
Tutto sul concerto del 23 aprile all’indirizzo www.kantieri.it/pages/gdm.asp
ORGANIZZATORI
L’evento è una co-produzione KANTIERI ed EVENTS.
KANTIERI è una realtà che ruota intorno al sito www.kantieri.it, dedicato ai musicisti ed ai gruppi emergenti della Puglia. E’ una vetrina importante per la scena musicale indipendente, uno spazio aperto intorno al quale ruotano le attività degli artisti, i quali possono promuovere la propria attività a 360° (biografia, news, concerti, discografia, etc.). Di recente KANTIERI ha anche pubblicato una rivista cartacea, 32 pagine a colori, distribuita gratuitamente nel Salento.
EVENTS, agenzia di organizzazione eventi di Gallipoli è specializzata in concerti rock di grande spessore. Tra gli eventi organizzati il WaveRock a Gallipoli, giunto alla sua terza edizione, ed il WaveRock Winter Tour, portando in questi anni sul palco artisti del calibro di Verdena, Caparezza, Apres la Classe, Meganoidi, Sud Sound System, Folkabbestia, Boo Boo Vibration e molti altri.
PROGRAMMA
21.30 Hic Niger Est (noise-rock da Casarano-LE)
22.15 Therese&Isabelle (psycho-post-rock da Lecce)
23.00 GIARDINI DI MIRO’ (da Reggio Emilia)
Il programma della serata prevede l’apertura con due bands salentine: Therese&Isabelle e Hic Niger Est.
La serata avrà il suo momento clou con l’esibizione dei GIARDINI DI MIRO’. Ogni concerto dei GDM è un evento, e solo chi ha assistito ad un loro concerto può capirlo. L'emozione che i GDM riescono a trasmettere dal vivo è qualcosa di indescrivibile, i loro non sono solo concerti di musica, ma vere e proprie rappresentazioni audio-visive, suggestive e coinvolgenti per il muro di suoni che la band riesce a costruire sul palco.
PUNK NOT DIET TOUR 2004 (Prossime date)
23/4 LECCE, CANDLE
24/4 roma, circolo degli artisti
25/4 ascoli piceno
30/4 bassano, la gabbia
01/5 rimini, velvet
08/5 brescia, free muzik
16/5 firenze-fabbrica, europa
19/5 stuttgart, schocken
20/5 straussberg bei berlin, plugin festival
21/5 hamburg, molotow
22/5 offenbach, JUZ sandgasse
23/5 marburg, cafe trauma
28/5 mancalacqua (VR), festival
SITO WEB
Sui siti Internet www.kantieri.it e www.waverock.it si possono trovare tutte le informazioni sull’evento: programma, comunicati, info e contatti, schede dei gruppi ospiti, etc.
INFO E CONTATTI
KANTIERI Tel. 339 5873825
Sito: www.kantieri.it Email: info@kantieri.it
EVENTS Tel. 320 4924069
Sito: www.waverock.it Email: events.com@tiscali.it
Tutte le informazioni sulla band si trovano nel sito www.giardinidimiro.com
I Giardini di Mirò sono un gruppo di Reggio Emilia. Nascono a Reggio Emilia, derivando il nome da una band progressive romana della fine degli anni settanta, chiamata appunto Giardini di Mirò, di cui esistono alcune registrazioni per un programma televisivo della RAI dell'epoca, sfortunatamente mai andato in onda.
I Giardini di Mirò incidono il primo demo nel 1998 riproponendo in chiave strumentale e psichedelica, a 22 anni esatti dallo scioglimento dei GDM romani, un pezzo della vecchia band: "Città di Vetro", suscitando l'emozione inaspettata del fondatore del progetto originale, che deciderà così di finanziare egli stesso la produzione del lavoro. Il disco riscontra buone attenzioni da parte della critica e delle radio del settore. Tanto da spingere il gruppo a fare le prime date live per le principali città del nord d'Italia. Di quel periodo resta un CD-R ormai sold-out e la ristampa del lavoro da parte dell'etichetta tedesca Fiction Friction.
I Giardini di Mirò, forti ormai di un ottimo riscontro live, si confrontano nuovamente con lo studio di registrazione, dove nel giro di una settimana incidono l'Iceberg Ep. Sotto l'attenta guida del fonico Luca Piccoli e dei co-produttori Michele Merola (ex June) e Laurent Salini (ex chitarrista dei Grape, gruppo francese anni '80) la band dà alla luce questo Ep, tributo alla uggiosità e alla fatiscenza dell'inverno reggiano. Il cd, uscito in Italia per Gammapop, troverà consensi anche oltre oceano, dove la californiana etichetta Zum deciderà di ristampare il cd per il mercato americano. Successivamente all'uscita dell'Iceberg i Giardini di Mirò partiranno per una lungo tour che li vedrà suonare al fianco di gruppi come Godspeed You Black Emperor, Billy Mahonie, Unwound, Ulan Bator, Karate.
Nel 2000 il gruppo, oltre ad avere acquisito nell'organico Manuele Reverberi (violinista e trombettista) ha trascorso buona parte del tempo nella composizione e nella registrazione di RISE AND FALL OF ACADEMIC DRIFTING, album registrato allo studio Alpha Earthbase di Firenze da Giacomo Fiorenza, uscito per Homesleep nel febbraio 2001, per molti addetti del settore il loro vero capolavoro discografico. Ma I GDM di Mirò non erano che all’inizio della loro avventura, che li porterà alla pubblicazione di Punk Not Diet, nel 2003, etichetta Homesleep. Da quel momento in poi, un successo crescente di critica e pubblico, tante partecipazioni a compilation, e tante esibizioni live in tutto il continente europeo, con una sola pecca, il Sud Italia. La data di Lecce, potrà finalmente accontentare i loro tanti fans.
Rise And Fall Of Academic Drifting (Homesleep, 2001) Struggente album di suadenti cavalcate art pop al limite del post rock, immerse in un trasognato mood melanconico circolare e rallentato, fatto di bellissime melodie e interessanti scelte di arrangiamento. Una sorta di biglietto da visita a mezzetinte, insomma, una foto di un paesaggio autunnale. [Rockit.it]
Sono talmente preso alla ricerca di nuove cose oltreoceano da essermi accorto in ritardo che uno dei migliori gruppi slowcore del pianeta dista a meno di 100 Km dal mio tugurio. I brani, prevalentemente strumentali, sono un concentrato purissimo di malinconia e trame chitarristiche lente, cristalline e flemmatiche ma che a tratti sfociano in ruvide coltri rumorose. E' comunque impossibile descrivere la bellezza di un esordio di tale portata, non vi resta che comprarlo a scatola chiusa e non perdere il loro prossimo concerto dal vivo: fonti affidabili mi assicurano che sono micidiali. [Marcello Ferri]
Punk… not diet! (Homesleep, 2003)
Un album che già nei contenuti del suo titolo ha un preciso significato, un ponte diretto fra la passione che ne sta alla base e i risultati che ne sono frutto. Un disco dove il post rock in senso canonico è sempre meno scopo del disco, ma sempre più punto di partenza verso altro. ...Del passato rimane traccia nella lacerante “Connect the machine to the lips tower *be proud of your cake*”. I nuovi GDM si sentono in pezzi come “Last act in Baires”, una ballata romantica e assolutamente estatica, oppure in “When you were a postcard” e “The comforting of a trasparent life”, dove le melodie si aprono in un crescendo emozionale che scava fino a toccare le più profonde corde dell’anima, così da gettare una fioca ma vivida luce di speranza sul futuro. [Rockit.it]
I nuovi Giardini di Mirò di "Punk... Not Diet!" sono gli stessi di sempre. Suono ricco, al solito, orchestrale, che invita a alzare il volume per carpire, dietro alla maestosità dell'architettura, il cesello. Raffinatezza e classe. Il punk del titolo sta nella carica espressiva, nella sporcizia e nella durezza di strumentazioni comunque disciplinate. La voce è un altro strumento, fa parte della trama melodica. Un apporto creativo, senza che si sconvolga l'ordine delle cose. E’ un altro passo dell'Italia che fa bella musica. Un passo piccolo e pieno di classe. [Fabrizio Roych]
Gli orizzonti si ampliano con l'uso della voce e la scrittura di vere e proprie canzoni. Brani lenti e ipnotici, chitarre che intrecciano trame preziose e poi esplodono negli arpeggi delle chitarre elettriche, con le loro ammalianti trame circolari. Si comprende come gli orizzonti dei Giardini di Mirò si siano ampliati, e non solo per l'uso della voce. Brani sofferti, lenti e ipnotici. Ma non solo. L'introspezione di "Once again a fond farewell" si distende lenta con toni scuri, "The comforting of a transparent life" è un passo più in là verso la forma canzone, e a metà si lascia invadere dal silenzio, per poi lasciare affiorare fiati, tastiere e archi in un finale che mette i brividi. E' uno degli apici del disco, così come la successiva "When you were a postcard", un vero incanto dove l'armonia lieve e freschissima della parte iniziale si tramuta in una ammaliante coda strumentale. Poi una ballata profonda degna dei migliori Low intitolata "Last act in Baires", impreziosita dalle voci di Kaye e Christy Brewster, una melodia nuda e intensa. E infine un breve frammento strumentale per piano e archi sigilla un lavoro intenso e ispirato. [Riccardo Dondi]
RECENSIONE CONCERTO GDM
Il concerto dei Giardini di Mirò è un caleidoscopio intimista, brani sofferti ed ipnotici riproducono paesaggi tinte pastello dai quali traspaiono i riflessi di una malinconia crepuscolare di stampo decisamente adolescenziale. Ai lunghi brani strumentali che hanno segnato gli esordi del gruppo, si alterano a canzoni in cui la voce riveste il ruolo di sesto strumento nella costruzione melodica del brano, in un gioco di specchi con violino e tromba. In ogni caso la struttura delle canzoni è sempre la stessa: arpeggi di chitarra tenui ed ammalianti che si comprimono sino ad esplodere in un rumorismo d’impatto davvero devastante. Le lunghe code che chiudono ogni pezzo sono un continuo susseguirsi di calma eterea e raggelanti attimi di tensione. I riferimenti possono essere molteplici, Barrett, Sonic Youth, Cocteau Twins fino ai nostrani Marlene Kuntz. Ma i Giardini di Mirò non viaggiano su un terreno sicuro. Di proprio ci mettono l’orchestrazione classicheggiante, gli arrangiamenti che danno all’insieme quel mood “intellettuale” preannunciato dal nome del gruppo e un uso discreto dell’elettronica che coniuga bene i campionamenti con le sonorità di stampo seventies degli organi e del piano elettrico. [Musicologi.com]