Casino Royale: 'Ricominciamo dal live'

Pionieri della contaminazione tra dub, rock e hip-hop nella scena italiana di metà anni Novanta, i Casino Royale sono pronti al ritorno live: già da tempo attivo sul Web (il loro sito, divenuto ormai ben più della classica homepage di una band, www.
casinoroyale.it, verrà rinnovato proprio domani) il collettivo milanese tornerà a calcare i palchi italiani in occasione di un mini tour di 5 date (in programma tra i prossimi 10 e 19 marzo) che li vedrà toccare i maggiori centri dell'Italia centro-settentrionale. "Abbiamo deciso, dopo una lunga sosta, di ricominciare da qui, perché la presenza sul Web e sui media, da sola, non basta: il nostro nuovo live set racchiuderà un po' le esperienze che abbiamo collezionato fino a qui", ci confessa Alioscia, da sempre frontman della band: "Anche noi schiereremo 'due punte', ovvero due vocalist (un rapper londinese e una cantante newyorchese) che mi supporteranno nell'esecuzione delle parti vocali. La scaletta includerà, oltre ai nostri vecchi successi, anche 5 nuovi brani: tutte le canzoni, in generale, saranno caratterizzate da atmosfere in bilico tra sonorità acustiche e incursioni elettroniche. Diciamo che, in pratica, sul palco troveranno spazio sia i campionatori che una sezione fiati. E poi, per quanto riguarda le scenografie, aspettatevi delle sorprese". Tuttavia la "missione" dei Casino Royale non si ferma qui: da qualche tempo, infatti, il gruppo è impegnato in una vera e propria operazione rivoluzionaria, che esclude il "disco" come supporto privilegiato di diffusione di musica in favore dei nuovi media. "Casinoroyale.it sta crescendo sempre più: in futuro il nostro obbiettivo sarà quello di creare una vera e propria 'community' artistica che ci permetta di dedicarci non solo ai nostri lavori, ma anche a quelli di altri", continua Alioscia. Una sorta di etichetta, quindi? "Sì, che in parte è già attiva, visto che un giovane artista piemontese, Ezra, è ormai diventato il nostro remixer 'ufficiale', oltre ad avere un album già pronto che, non appena troveremo il tempo, produrremo". Inevitabile, a questo punto, che il discorso ricada sull'industria discografica: "La situazione la conosciamo tutti: sono tempi duri per le major ma anche le 'indies' non se la passano bene. Credo che i mercati di nicchia, come ad esempio quello del vinile, non sperimenteranno flessioni future, mentre il supporto Cd continuerà a perdere piede: questo ovviamente non influirà sulla musica in se', che continuerà ad esistere e a prosperare attraverso altri canali. Noi, che abbiamo vissuto il periodo d'oro della discografia negli anni Novanta, capiamo adesso quanto sia dura farcela con le proprie forze. Anche se avere il proprio master in mano, devo ammettere, infonde tutta un'altra tranquillità".