
Il “principe nero” della Arista Antonio "L.A." Reid è, probabilmente, la prima vittima della fusione in corso tra le major discografiche Sony e BMG. Troppo dispendioso, pare, il suo modo di gestire l'etichetta, a dispetto dei numerosi successi di classifica rastrellati in questi anni: e così, nella mattinata di martedì 13 gennaio il “boss” tedesco della BMG, Rolf Schmidt-Holtz, gli ha dato il ben servito, comunicandogli che per lui in azienda non c'è più posto.
Sembra che la decisione shock (ma anticipata dai soliti bene informati) sia appunto legata al deficit di bilancio della Arista, che secondo alcune fonti sarebbe in passivo di 110 milioni di dollari soltanto per il 2003; a Reid sarebbe stata contestata anche l'abitudine di siglare contratti artistici molto onerosi per la società, come quelli da lui stipulati con Whitney Houston, Toni Braxton e le disciolte TLC. Intuito e creatività sono il suo forte, insomma, al contrario della parsimonia: e in questo frangente di mercato, la seconda vale più delle prime. In Arista la situazione era già turbolenta da qualche tempo, a causa dei conti in rosso, e proprio Reid aveva licenziato una settimana fa Mark Shimmel, responsabile del marketing e delle relazioni con gli artisti, imputando a lui il buco finanziario dell'etichetta.
Reid, ex partner di Babyface nell'etichetta LaFace e uno degli imprenditori di maggior successo del music business nero-americano, era entrato in carica come direttore della Arista nel 2000, in seguito al ben noto “licenziamento” del fondatore dell'etichetta Clive Davis (rientrato poi in BMG con tutti gli onori, e oneri supplementari per la major: vedi News). Durante la sua reggenza, la “label” americana ha lanciato artisti di successo come OutKast, Pink e Avril Lavigne: ma evidentemente i costi sostenuti sono stati superiori ai pur sostanziosi ricavi. A causa della chiusura anticipata del rapporto di lavoro con BMG (il suo contratto sarebbe scaduto nel luglio dell'anno prossimo), Reid dovrebbe intascare una liquidazione da 5 milioni di dollari. E si dice che (mentre la Arista affida la responsabilità ad interim al responsabile operativo Michael Smellie e al general manager Larry Mestel, in vista di un probabile assorbimento nella RCA/J Records o nella Jive/Zomba) si sia già incontrato, nel frattempo, con Edgar Bronfman Jr. e Doug Morris, numeri uno rispettivamente di Warner Music e di Universal: non dovrebbe restare a lungo con le mani in mano.
Sembra che la decisione shock (ma anticipata dai soliti bene informati) sia appunto legata al deficit di bilancio della Arista, che secondo alcune fonti sarebbe in passivo di 110 milioni di dollari soltanto per il 2003; a Reid sarebbe stata contestata anche l'abitudine di siglare contratti artistici molto onerosi per la società, come quelli da lui stipulati con Whitney Houston, Toni Braxton e le disciolte TLC. Intuito e creatività sono il suo forte, insomma, al contrario della parsimonia: e in questo frangente di mercato, la seconda vale più delle prime. In Arista la situazione era già turbolenta da qualche tempo, a causa dei conti in rosso, e proprio Reid aveva licenziato una settimana fa Mark Shimmel, responsabile del marketing e delle relazioni con gli artisti, imputando a lui il buco finanziario dell'etichetta.
Reid, ex partner di Babyface nell'etichetta LaFace e uno degli imprenditori di maggior successo del music business nero-americano, era entrato in carica come direttore della Arista nel 2000, in seguito al ben noto “licenziamento” del fondatore dell'etichetta Clive Davis (rientrato poi in BMG con tutti gli onori, e oneri supplementari per la major: vedi News). Durante la sua reggenza, la “label” americana ha lanciato artisti di successo come OutKast, Pink e Avril Lavigne: ma evidentemente i costi sostenuti sono stati superiori ai pur sostanziosi ricavi. A causa della chiusura anticipata del rapporto di lavoro con BMG (il suo contratto sarebbe scaduto nel luglio dell'anno prossimo), Reid dovrebbe intascare una liquidazione da 5 milioni di dollari. E si dice che (mentre la Arista affida la responsabilità ad interim al responsabile operativo Michael Smellie e al general manager Larry Mestel, in vista di un probabile assorbimento nella RCA/J Records o nella Jive/Zomba) si sia già incontrato, nel frattempo, con Edgar Bronfman Jr. e Doug Morris, numeri uno rispettivamente di Warner Music e di Universal: non dovrebbe restare a lungo con le mani in mano.
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