Rapporto IFPI: nel 2013 Italia secondo mercato musicale mondiale per crescita
Presentata in estrema sintesi, l'informazione parrebbe almeno inverosimile, perché accostare le parole "Italia", "mercati" e "crescita" da una ventina d'anni buoni a questa parte pare praticamente impossibile. Eppure, secondo un rapporto pubblicato ieri dall'International Federation of the Phonographic Industry, associazione di categoria internazionale dei discografici - che, tanto per non lasciar spazio a dubbi, di pesci d'aprile non è solita farne - l'Italia nel 2013 ha fatto segnare la seconda migliore prestazione mondiale - dietro solo alla Corea del Sud - in quanto a crescita del proprio mercato musicale.
Il dato è emerso nella ricerca annuale sui 50 principali mercati nazionali musicali, che vede il nostro Paese, ormai da qualche anni, fare parte dell'ideale G10, ovvero delle dieci economie più importanti per il musicbiz mondiale.
In testa, per volume d'affari, ci sono ovviamente gli Stati Uniti, con 4,4 miliardi di dollari di valore in incremento, rispetto allo scorso anno, di uno striminzito 0,8%: sul secondo gradino del podio si issa il Giappone, che vede però il proprio girò d'affari contrarsi del 16,7% fino a poco più di tre miliardi di dollari.
La prima grande sorpresa la si incontra sulla terza piazza: la medaglia di bronzo, solitamente appannaggio del Regno Unito, quest'anno passa alla Germania, che con un mercato da 1,37 miliardi di dollari (in crescita dell'1,1%) costringe gli inglesi, con un volume d'affari da 1.30 miliardi (pur in crescita del 2,2%) ad accontentarsi del quarto posto.
La Francia rimane stabile al quinto posto, con un "giro" da 956 milioni di dollari in crescita 1,3%, davanti a Australia - che crolla dell'8,4% a 430 milioni di dollari fermandosi al sesto posto - e Canada, dove un calo del 2,5% fa fermare il volume d'affari a 424 milioni. L'altra grande sorpresa, appunto, la si incontra in ottava posizione: l'Italia, pur con soli 238 milioni di dollari di valore di mercato, ha fatto segnare una crescita dell'8,3% annui, superiore a quella del paese che la segue - il Brasile, che addirittura cala dell'1,1% negli scorsi 12 mesi fermandosi a 228 milioni di dollari) - e seconda solo alla Corea del Sud, la tigre asiatica del K-pop, che con un mercato da 211 milioni di euro ha fatto segnare una crescita, nel 2013, del 9,7%.
