In rete circola da qualche giorno un programma in grado di prelevare musica gratuitamente dall'iTunes Music Store, il servizio di downloading musicale a pagamento brevettato da Apple Computer e a cui l'industria discografica guarda con fiducia per risollevare le sue malandate sorti (vedi News).
Ma l'autore del “misfatto”, già noto alla polizia informatica di tutto il mondo, è già stato identificato e dovrà affrontare un nuovo processo: si chiama Jon Lech Johansen, ed è lo stesso ragazzo norvegese, oggi diciannovenne, che quattro anni fa diventò una celebrità di Internet per aver scritto e distribuito sul Web un programma per sistema operativo Linux, il celebre DeCSS, che permetteva di sbloccare i codici di sicurezza che dovrebbero impedire la copia dei Dvd(da qui il suo nomignolo di “Dvd Jon”). Il giovane scandinavo, che ha messo in circolazione il nuovo software (battezzato QTFairUSe) solo alcuni giorni fa, non ha fatto nulla per nascondersi, e anzi ha voluto sfidare apertamente i titolari dei copyright: il programma, insieme con un messaggio intitolato “So sue me” (“Su, fatemi causa”), è stato postato su un sito Web di cui lui stesso figura come proprietario e gestore registrato.
Johansen è riuscito a eludere il sistema anti-copia MPEG-4 Advanced Audio Coding incorporato nella piattaforma Apple: una volta aperto e riprodotto legalmente un file musicale in formato QuickTime, il suo software permetterebbe di copiare certe informazioni sonore non protette contenute nei brani digitalizzati dell'iTunes su di un file parallelo, apparentemente senza perdere in qualità come avveniva con sistemi preesistenti di violazione dei codici anticopia. Allo stato delle cose, però, è necessario procurarsi altro software per ascoltare la musica “rubata” al sito della Apple: ma d'altra parte QTFairUse è un programma open source, e dunque suscettibile di miglioramenti e interventi esterni.
Lo scorso 7 gennaio, l'ingegnoso hacker norvegese era stato prosciolto in primo grado dalle accuse mossegli in tribunale dall'associazione dell'industria cinematografica USA, Motion Picture Assn. of America, e dalla DVD Copy Control Assn., sulla base del fatto che i DVD da lui resi disponibili per la copia via Internet erano stati regolarmente acquistati. Contro la decisione del tribunale di Oslo è tuttora pendente un appello presentato dalle stesse associazioni.
Ma l'autore del “misfatto”, già noto alla polizia informatica di tutto il mondo, è già stato identificato e dovrà affrontare un nuovo processo: si chiama Jon Lech Johansen, ed è lo stesso ragazzo norvegese, oggi diciannovenne, che quattro anni fa diventò una celebrità di Internet per aver scritto e distribuito sul Web un programma per sistema operativo Linux, il celebre DeCSS, che permetteva di sbloccare i codici di sicurezza che dovrebbero impedire la copia dei Dvd(da qui il suo nomignolo di “Dvd Jon”). Il giovane scandinavo, che ha messo in circolazione il nuovo software (battezzato QTFairUSe) solo alcuni giorni fa, non ha fatto nulla per nascondersi, e anzi ha voluto sfidare apertamente i titolari dei copyright: il programma, insieme con un messaggio intitolato “So sue me” (“Su, fatemi causa”), è stato postato su un sito Web di cui lui stesso figura come proprietario e gestore registrato.
Johansen è riuscito a eludere il sistema anti-copia MPEG-4 Advanced Audio Coding incorporato nella piattaforma Apple: una volta aperto e riprodotto legalmente un file musicale in formato QuickTime, il suo software permetterebbe di copiare certe informazioni sonore non protette contenute nei brani digitalizzati dell'iTunes su di un file parallelo, apparentemente senza perdere in qualità come avveniva con sistemi preesistenti di violazione dei codici anticopia. Allo stato delle cose, però, è necessario procurarsi altro software per ascoltare la musica “rubata” al sito della Apple: ma d'altra parte QTFairUse è un programma open source, e dunque suscettibile di miglioramenti e interventi esterni.
Lo scorso 7 gennaio, l'ingegnoso hacker norvegese era stato prosciolto in primo grado dalle accuse mossegli in tribunale dall'associazione dell'industria cinematografica USA, Motion Picture Assn. of America, e dalla DVD Copy Control Assn., sulla base del fatto che i DVD da lui resi disponibili per la copia via Internet erano stati regolarmente acquistati. Contro la decisione del tribunale di Oslo è tuttora pendente un appello presentato dalle stesse associazioni.
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