Comincia a circolare anche nei siti musicali il Bitcoin, la moneta elettronica che consente di gestire senza intermediari le transazioni economiche via Internet. Tra i primi a utilizzarla in questo settore è FanDistro, piattaforma di vendite e marketing che permette ad artisti e musicisti di vendere musica, magliette e altra merce (o di regalarla ai fan che li aiutano a promuovere la propria musica) scegliendo se farsi pagare in dollari o, appunto, in moneta virtuale.
"E' folle la quantità di denaro che gli artisti spendono per completare le transazioni", sostiene il fondatore di FanDistro Michael Penfield (un ex musicista che ha trascorso 17 anni lavorando per banche d'affari come Merrill Lynch) osservando che i pagamenti effettuati attraverso carte di credito assorbono tra il 5 e il 10 % di ciascuna operazione di vendita.
Per poter utilizzare i Bitcoin la società ha siglato un accordo con Coinbase, agenzia di cambio specializzata che ha base a San Francisco: le fluttuazioni automatiche della moneta elettronica consentono di proteggere il valore dell'incasso dalla svalutazione. FanDistro, inoltre, non applica commissioni imponendo però agli artisti di donare il 20 % del ricavato della vendita a un ente di beneficenze di loro scelta. .
"L'artista non viene esposto ad alcun rischio di cambio", spiega Penfield a Billboard.biz. "I musicisti sono gente divertente, e noi sposiamo la loro indipendenza. E' questo che mi ha attratto dei bitcoin: si diventa indipendenti dalle manipolazioni delle monete da parte del governo, oltre che dalle commissioni e dalle regole bancarie". La società, creata nel 2012, ha sede nei dintorni di Stamford, Connecticut, conta su un finanziamento di 700 mila dollari da parte di un angel investor e si sostiene grazie a sponsorizzazioni e pubblicità.
Inventata nel 2009, Bitcoin è già impiegata come moneta di scambio da società come Virgin Galactic (l'impresa di voli aerospaziali creata da Richard Branson), la società di videogiochi Zynga e Overstock.com. Il suo utilizzo per finanziare attività illegali come il commercio online di droga ne ha tuttavia minato di molto la reputazione. "Ci vorrà un po' di tempo prima che la cosa si affievolisca", sostiene Penfield. "Ma entro un paio d'anni avremo di fronte un mercato relativamente stabile".