Pippo Pollina porta in tour i suoi 'Racconti brevi'
Lo scorso 17 settembre è uscito l'undicesimo disco di Pippo Pollina intitolato "Racconti brevi" (edito da Storie Di Note) e già distribuito sul mercato centro-europeo dalla scorsa primavera.
Da qualche giorno, inoltre, l'artista siciliano, residente da quasi un ventennio in Svizzera, è in tour acustico nei teatri e nei club italiani: "Il mio è uno spettacolo raccolto, intimo, che va al di là delle canzoni", spiega Pollina a Rockol, "dal vivo amo raccontarmi, parlare di me. Faccio concerti in Italia da pochi anni e così ho avuto l'idea di narrare il mio percorso. All'inizio avevo un po' di paura, invece il pubblico mi sta accogliendo con entusiasmo". Se a collaborare al disco è stato anche il Palermo Acoustic Quartet, sul palcoscenico Pollina sarà accompagnato solo da un fisarmonicista: "E' una scelta minimalista, per lasciare al centro dell'attenzione le storie, i racconti e le canzoni", spiega il cantautore. Dopo le undici date italiane, lo attendono sessanta tappe tra la Svizzera, l'Austria, l'Olanda e la Germania: luoghi in cui "il pubblico ha sempre mostrato attenzione al contenuto delle mie canzoni", dice Pollina, che non ha caso ha inserito nel booklet del suo disco i testi dei suoi brani tradotti in tedesco.
"Racconti brevi" si compone di dodici canzoni, tra le quali troviamo quattro omaggi: uno a Leo Ferré con la canzone "La memoria e il mare" ("a questa canzone sono molto legato per motivi personali"), uno al conterraneo Peppino Impastato nella canzone che mutua il titolo dal film "Centopassi" ("Giuseppe Impastato, nel contesto del movimento antimafia, è una figura di prim'ordine, perché non era uno della polizia o un magistrato, ma aveva assunto comunque un atteggiamento antagonista rispetto a Cosa Nostra, che purtroppo ancora influenza negativamente la nostra vita sociale"), uno a Umberto Nobile nel brano "La tenda rossa" ("anche questa è una storia d'Italia: Nobile fece una traversata col dirigibile Italia in direzione Polo Nord, ci fu un incidente e venne abbandonato al proprio destino dal Governo italiano. Fu messo in salvo da una nave russa e, dopo aver vissuto un'avventura straordinaria, ebbe il coraggio di tornare alla vita normale") e uno alla sua terra, la Sicilia, nel brano "Banneri" ("volevo cantare una canzone per la pace nella mia lingua, così ho immaginato la pace come una matrona che siede a capotavola").
Il disco si chiude con una versione orchestrale del canto tradizionale partigiano "Bella ciao": "Non volevo mettere questa canzone nel disco", conclude l'artista, "ma il direttore dell'International Symphony Orchestra di Kiev ne era talmente entusiasta che, chiusosi nella sua stanza, ne è uscito un quarto d'ora dopo con una partitura per settanta elementi. A quel punto non ho avuto scelta". Alla realizzazione del disco hanno contribuito anche validi musicisti, tra i quali il bassista Saturnino, il percussionista Hossam Ramzy e il chitarrista Robbie McIntosh. L'album è stato registrato a Londra presso gli Spheres Studios.