Dopo Pacific Bell e Verizon (vedi News), un altro Internet service provider americano, Charter Communications, si mette a litigare in tribunale con le case discografiche.
La materia del contendere è la solita: l'associazione dei discografici americani, RIAA, aveva richiesto alla Charter di trasmettergli le generalità di 150 suoi utenti, colpevoli a suo dire di ripetute violazioni dei copyright in quanto impegnati a scambiare grosse quantità di file musicali attraverso la rete. Ma a quella richiesta la società americana ha opposto un rifiuto, presentando ricorso presso la corte distrettuale della sua città di residenza, St. Louis, sulla base del diritto alla privacy e al trattamento riservato dei dati personali garantito dalla legge. Ai 150 potenziali bersagli della RIAA la Charter ha anche inviato una lettera, informandoli dell'accaduto e garantendogli supporto nella battaglia contro i discografici. .
La RIAA vanta però un precedente favorevole: un giudice federale di Washington, D.C. ha giudicato costituzionalmente legittime le sue pretese nella causa contro Verizon (vedi News), che deve ora essere discussa in appello.