Stati Uniti, un senatore vuole abbassare le sanzioni sui download illegali
Le sanzioni pecuniarie previste per chi scarica abusivamente file musicali da Internet (che variano da 750 a 150 mila dollari a download, secondo la normativa statunitense) sono troppo pesanti e vanno ridotte: lo sostiene un senatore repubblicano americano, Norm Coleman, che ha dichiarato di volersi impegnare in prima persona per cambiare le disposizioni contenute nelle leggi federali sul copyright.
Coleman, fresco reduce da una pubblica udienza sul tema a cui hanno partecipato dirigenti discografici e esponenti della comunità del “file sharing” (oltre ad artisti come LL Cool J e Chuck D., vedi News), sostiene che il massimo della pena previsto dalla legge (150 mila dollari per file scaricato) sia esagerato, e tale da convincere anche chi è innocente a patteggiare un accordo economico extragiudiziale con le case discografiche piuttosto che correre il rischio di vedersi comminata una “multa” di quella entità. .
Le dichiarazioni del senatore, che vorrebbe anche veder limitata la facoltà dei discografici di portare in tribunale i presunti trasgressori di legge senza un provvedimento preventivo del giudice (come sta accadendo negli USA da alcune settimane a questa parte, vedi News), ha provocato naturalmente reazioni opposte tra i rappresentanti dell’industria musicale e quelli del “file sharing”, oggi riuniti sotto la bandiera dell’associazione P2P United (vedi News). Quella di Coleman è per il momento solo una dichiarazione di intenti ma conferma un fatto non nuovo: nonostante i suoi agganci politici la RIAA, federazione dei discografici USA, non è ancora riuscita a trascinare Washington dalla sua parte.