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Comunicato Stampa: Nuovo album di Sainkho Namtchylak

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SAINKHO NAMTCHYLAK

ESCE OGGI 3 OTTOBRE IL SUO NUOVO ALBUM
“ WHO STOLE THE SKY?”

Dopo tre anni di silenzio, ritorna il 3 ottobre con un nuovo album, intitolato “Who stole the sky?” (per l'etichetta Ponderosa Music & Art e distribuito da Edel Italia), Sainkho Namtchylak, la diva di culto proveniente dalla lontana Repubblica di Tuva (nella Siberia meridionale) e straordinaria interprete del canto bitonale (retaggio delle tradizioni sciamaniche delle steppe mongoliche).
Sainkho presenterà il suo nuovo lavoro “Who stole the sky” per la prima volta in Italia, il 6 ottobre con un concerto al Teatro dell'Arte di Milano all'interno della rassegna musicale EUROTRIBU.
La voce di Sainkho, come sempre stupefacente per la varietà dei timbri e per l'ampiezza dell'estensione, si incontra in questo album con l'elettronica e le sonorità urbane.
Prodotto da Tony Bowers (ex Simply Red) e con il contributo di molti musicisti di diversa provenienza (Stefano Bollani, Vittorio Cosma, Giancarlo Parisi, Lao Kouyaté), “Who stole the sky?” è una continuazione del percorso intrapreso con il precedente “Stepmother City”, che aveva riscosso grandi consensi in ambito world music ed electro-pop. Un disco che non può essere ingabbiato nell'etichetta “world music”, ma che è espressione piena delle nuove tendenze della musica occidentale.
Tutte le canzoni, infatti, sono nella lingua di Tuva, ma anche in russo e in inglese come riflesso della nuova generazione del suo Paese che sta utilizzando sempre più le nuove teconologie e internet.
QUESTA LA TRACK LIST: 1.MUSIC MAIL TO TUVA, 2.WHO STOLE THE SKY?, 3. RUNNING TAPES, 4. PREDCHUVSSTIJE, 5. DIGITAL MUTATION, 6. ELECTRIC CITY, 7. KAAR DEERGE, 8. OHM SUHAA, 9.AMIDIRAL, 10. TEMPLE OF MAJTREJA.
Sainkho, figlia di nomadi tradizionalisti, osteggiata e oscurata nel periodo in cui la Repubblica di Tuva era controllata dal regime sovietico, è un'interprete capace di mescolare e saldare tra loro elementi diversi, dalla tradizione sciamanica al folklore siberiano, dal prodigioso mistero del throat singing (canto di gola) all'incontro con gli insegnamenti di matrice buddista. Con la sua voce è in grado di realizzare dei veri e propri miracoli, riproducendo i suoni della natura e i richiami degli animali: una tecnica che consente equilibrismi impossibili e si dipana attraverso i movimenti della bocca, della lingua, della laringe combinati in una magica alchimia.

Sainkho incomincia a studiare musica al college di Tuva, ma il Comitato della Filarmonica locale le nega i riconoscimenti accademici e lei parte da sola per Mosca per finire gli studi. Comincia la sua carriera professionale come cantante folk con l'orchesta di stato tuvana, girando in Europa, Australia, Nuova Zelanda, Usa e Canada. Dal 1988 Sainkho incomincia a lavorare con l'ensemble Tri-O, noto per il suo jazz originale. Si trasferisce in Occidente e tiene concerti in tutto il mondo. Registra tra il 1989 e il 1993 l'album “Out of Tuva”, considerato un capolavoro dell'etno-pop. Ha raccontato la sua vita privata in “Letters”, disco dedicato al padre e ha lavorato allo Steim Institute di Amsterdam. Il suo enorme potenziale espressivo la porta ad avere all'attivo ben 27 album tra cui i più recenti “Out of Tuva”, “Naked Spirit”, “Stepmother City” e l'ultimo “Who stole the sky”, che provano un costante e coraggioso allargamento dei propri orizzonti e in cui sperimenta anche la collaborazione con musicisti occidentali.

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