
Warner, BMG, EMI: il balletto (infinito) continua. Fonti americane assicurano che, mentre le trattative tra AOL Time Warner e Bertelsmann (in vista di una eventuale fusione BMG-Warner) proseguono a rilento, la multinazionale americana non scarta affatto l'ipotesi di vendere al terzo incomodo EMI la quota di maggioranza della sua società discografica, così da alleggerire la sua presenza su un mercato dal futuro molto aleatorio.
All'interno di Warner sarebbero chiaramente emerse, negli ultimi mesi, posizioni differenti. Il numero uno dell'azienda, Dick Parsons, che nel 2000 orchestrò un tentativo fallito di “merger” con la stessa EMI (vedi News), resta in ottimi rapporti con il presidente della società britannica, Eric Nicoli, con il quale condividerebbe appunto l'intenzione di rimettere mano al vecchio progetto. Ma l'ipotesi di un accordo con EMI non piacerebbe a Roger Ames, capo della discografia Warner: che a quanto pare, dopo l'esperienza comune in PolyGram, non gradirebbe più lavorare a fianco del suo ex capo Alain Levy, preferendo decisamente la soluzione di un accordo con BMG.
La scorsa settimana la EMI ha venduto sul mercato finanziario obbligazioni convertibili per un valore di 243 milioni di dollari, mossa che qualcuno ha interpretato come una manovra per raccogliere denaro da mettere sul piatto di Warner. Mentre nei mesi precedenti la casa britannica si era offerta di pagare circa 3,5 miliardi di dollari per acquisire da Warner la sua società discografica: l' “avance” potrebbe riassumere valore oggi se, come sostiene qualcuno, gli ostacoli ad una fusione tra BMG e Warner aumentano di giorno in giorno.
All'interno di Warner sarebbero chiaramente emerse, negli ultimi mesi, posizioni differenti. Il numero uno dell'azienda, Dick Parsons, che nel 2000 orchestrò un tentativo fallito di “merger” con la stessa EMI (vedi News), resta in ottimi rapporti con il presidente della società britannica, Eric Nicoli, con il quale condividerebbe appunto l'intenzione di rimettere mano al vecchio progetto. Ma l'ipotesi di un accordo con EMI non piacerebbe a Roger Ames, capo della discografia Warner: che a quanto pare, dopo l'esperienza comune in PolyGram, non gradirebbe più lavorare a fianco del suo ex capo Alain Levy, preferendo decisamente la soluzione di un accordo con BMG.
La scorsa settimana la EMI ha venduto sul mercato finanziario obbligazioni convertibili per un valore di 243 milioni di dollari, mossa che qualcuno ha interpretato come una manovra per raccogliere denaro da mettere sul piatto di Warner. Mentre nei mesi precedenti la casa britannica si era offerta di pagare circa 3,5 miliardi di dollari per acquisire da Warner la sua società discografica: l' “avance” potrebbe riassumere valore oggi se, come sostiene qualcuno, gli ostacoli ad una fusione tra BMG e Warner aumentano di giorno in giorno.
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