Chi c'è dietro KaZaA, nemico pubblico numero uno dell'industria discografica mondiale che consente a duecento milioni di internauti in tutto il mondo di scambiarsi tranquillamente file musicali senza pagare nulla ai legittimi proprietari? Un giudice di Los Angeles, Patrick Walsh, lo vuole sapere, e ha ordinato al gestore del popolarissimo sito, Sharman Networks, di produrre un elenco delle società che finanziano la sua attività, nomi e cognomi dei suoi dirigenti e dati sul suo fatturato e sui suoi introiti pubblicitari.
Il magistrato californiano, insomma, vuole costringere la misteriosa impresa (che ha sede legale in una sperduta isola del Sud Pacifico, Vanuatu) ad uscire allo scoperto: permettendo in tal modo a case discografiche e editori musicali (che rappresentano gli autori) di individuare ed eventualmente perseguire in giudizio i suoi sostenitori, come EMI e Vivendi Universal hanno fatto il mese scorso con Hummer Winblad Venture Partners, una finanziaria “colpevole” di avere investito 13 milioni di dollari su Napster (vedi News).
Insieme a Grokster e a Streamcast Networks (proprietaria di Morpheus), Sharman Networks è stata portata in tribunale due anni fa dalle major musicali e dalle maggiori imprese del settore cinematografico: la vicenda tuttavia è tutt'altro che risolta, dopo che lo scorso aprile (vedi News) un altro giudice losangeleno ha esonerato le prime due da ogni concorso di colpa per le violazioni di copyright che avvengano utilizzando i loro software di file sharing.
Il magistrato californiano, insomma, vuole costringere la misteriosa impresa (che ha sede legale in una sperduta isola del Sud Pacifico, Vanuatu) ad uscire allo scoperto: permettendo in tal modo a case discografiche e editori musicali (che rappresentano gli autori) di individuare ed eventualmente perseguire in giudizio i suoi sostenitori, come EMI e Vivendi Universal hanno fatto il mese scorso con Hummer Winblad Venture Partners, una finanziaria “colpevole” di avere investito 13 milioni di dollari su Napster (vedi News).
Insieme a Grokster e a Streamcast Networks (proprietaria di Morpheus), Sharman Networks è stata portata in tribunale due anni fa dalle major musicali e dalle maggiori imprese del settore cinematografico: la vicenda tuttavia è tutt'altro che risolta, dopo che lo scorso aprile (vedi News) un altro giudice losangeleno ha esonerato le prime due da ogni concorso di colpa per le violazioni di copyright che avvengano utilizzando i loro software di file sharing.
Segui Rockol su Instagram per non perderti le notizie più importanti!