Rockol30

Comunicato Stampa: L.A. Guns, Enuff'Z'Nuff, Bastet in concerto all'Indians' Saloon

La redazione di Rockol non è responsabile del contenuto di questa notizia, che è tratto da un comunicato stampa. Artisti, etichette e aziende che vogliono rendere note le proprie iniziative attraverso la pubblicazione di un loro comunicato stampa in questa sezione possono indirizzare una e-mail a presskit@rockol.it. La pubblicazione dei comunicati è a discrezione della redazione.


19/04/03
h 21.00
INDIANS' SALOON
VIA CLERICI 342 - BRESSO (MI)
biglietto 17 euro
info 347 5544345 - 02 2422300

L.A. GUNS + ENUFF'Z'NUFF + BASTET

Da una costola dei Guns And Roses (il chitarrista Tracii Guns) ebbero origine gli L.A.Guns, capeggiati dal cantante Phil Lewis (un tempo "front-man" degli inglesi Girl). Nel 1988 pubblicarono un primo album omonimo (per la Polydor) che, nonostante il rituale tributo al "glam-metal" dell'epoca con No Mercy, era di fatto un manuale di riff e ritornelli hardrock, che in piu` punti fa pensare ai New York Dolls: il boogie depravato di Sex Action, il vertigonoso rhythm and blues di Nothing To Lose.
Il quintetto si fa largo con brutale eleganza in una foresta di stereotipi, senza lesinare effettismi, dalla marziale Shoot For Thrills alla melodica Electric Gypsy. Le sonorita` di questo disco costituiscono anzi un naturate anello di congiunzione fra le nevrosi degli anni Cinquanta (Down In The City fino a sfiancarsi) e quelle degli anni Ottanta (Bitch Is Black, a` la Guns And Roses). Infinitamente meno violento e teatrale delle opere coeve di Guns And Roses e Jane's Addiction, il primo capitolo degli L.A.Guns rimane comunque un testamento altrettanto compiuto della generazione "di strada".

Il successivo Cocked And Loaded (1989), con il nuovo inno Slap In The Face e soprattutto le divagazioni blues di 17 Crash, fu un lavoro di transizione, ma che diede loro il massimo successo, The Ballad of Jayne.
Hollywood Vampires (Polydor, 1991) presenta un sound fantasioso e vibrante, imprevedibile e corposo, persino mistico nei languidi ed ipnotici accordi di Over The Edge e addirittura sentimentale nella serenata di Crystal Eyes; nel quale le matrici blues, soul, rockabilly e pop non sono nascoste ma esposte, senza tema di citare gli Aerosmith (Kiss My Love Goodbye), i Led Zeppelin (Dirty Luv alla Immigration Song) e infiniti combo da saloon (il travolgente Snake Eyes Boogie). Il complesso aveva raggiunto la piena maturita`.
Vicious Circle (Polydor, 1995) tenta di tornare al suono selvaggio degli esordi.
Gli L.A. Guns avevano percorso una parabola coerente e suggestiva, restando sempre ai margini delle direttrici principali dello show-business di Los Angeles. Il loro fu sempre un hard rock d'alta classe, poco imparentato con gli esibizionismi dei colleghi.
Io gruppo ritorna alla carica con il disco Shrinking Violet (Perris, 1999), un album pateticamente nostalgico dell'era degli eroi del sesso (Girl You Turn Me On and Big Lil' Thing) e dopo il ritorno in formazione di Phil Lewis con i bellissimi Man in the moon ( Spitfire /Edel 2000) e l'ultimo piu' orientato verso sonsorita' metal; Waking The Dead (Spitfire/Edel, 2002).

discografia:
L.A. Guns
Cocked & Loaded
Hollywood Vampires
Vicious Circle
Hollywood A Go Go
American Hardcore
Shrinking Violet
Black Beauties
A Night On The Strip
Cocked & Re-Loaded
Man In The Moon
Waking The Dead
Ultimate L.A. Guns


Enuff Z'Nuff
Dal 1984 gli Enuff Z'Nuff hanno contribuito a creare la piu esplosiva scena recente di glam rock and roll. Oggi il trucco pesante e le pose oltraggiose sono ricordi del passato ma resta la voglia di grande rock stradaiolo e verace. . “Welcome to blue planet” è l’undicesimo album prodotto della premiata ditta Donnie Vie/Chip Znuff.
Sono passati tredici anni dal debutto omonimo dagli ENUFF Z’NUFF, a tutt’oggi considerato uno dei dischi glam più importanti di tutti i tempi, ma i ragazzi sono ancora qui a proporre il loro hard rock melodico ispirato a BEATLES, CHEAP TRICK e SWEET.
Ottimamente prodotto e mixato questo cd offre una manciata di canzoni impreziosite da chorus ed un songwriting frizzante e per niente demodé. E’ ovvio che chi mangia e digerisce solo scandinavian rock farà fatica ad assimilare questo rockettino molto zuccherato (anche se devo dire che il sound si è leggermente indurito rispetto ai primi anni) e, naturalmente, nei pezzi lenti i NUFF sono imbattibili. Si ascolti a titolo di esempio “I’ve fallen in love again”, una sorta di ballad per nulla scontata e che dispensa classe da tutti i pori.

Se siete fans sfegatati del combo americano non avete certo bisogno dei nostri consigli se invece volete incrementare le vostre conoscenze nel campo della musica “hair metal” vi conviene comunque indirizzarvi a qualche lavoro precedente .

© 2025 Riproduzione riservata. Rockol.com S.r.l.
Policy uso immagini

Rockol

  • Utilizza solo immagini e fotografie rese disponibili a fini promozionali (“for press use”) da case discografiche, agenti di artisti e uffici stampa.
  • Usa le immagini per finalità di critica ed esercizio del diritto di cronaca, in modalità degradata conforme alle prescrizioni della legge sul diritto d'autore, utilizzate ad esclusivo corredo dei propri contenuti informativi.
  • Accetta solo fotografie non esclusive, destinate a utilizzo su testate e, in generale, quelle libere da diritti.
  • Pubblica immagini fotografiche dal vivo concesse in utilizzo da fotografi dei quali viene riportato il copyright.
  • È disponibile a corrispondere all'avente diritto un equo compenso in caso di pubblicazione di fotografie il cui autore sia, all'atto della pubblicazione, ignoto.

Segnalazioni

Vogliate segnalarci immediatamente la eventuali presenza di immagini non rientranti nelle fattispecie di cui sopra, per una nostra rapida valutazione e, ove confermato l’improprio utilizzo, per una immediata rimozione.