I Bloodhound Gang sono stati esplulsi dal cartellone di un festival (e dal paese) e fortemente contestati con lanci di uova e pomodori per aver vilipeso la bandiera russa: a creare il caso è stata una trovata del bassista della formazione americana, Jared Hasselhoff, che durante un concerto lo scorso giovedì a Odessa, in Ucraina, si era infilato nelle mutande un vessillo russo avvertendo il pubblico, tra l'ilarità generale, di "non dire niente a Putin".
Peccato, però, che i russi su certe cose siano inclini a tutto tranne che all'ironia facile, e che il tour del gruppo di "Bad touch" stesse proseguendo proprio alla volta del festival Kubana di Anapa, sul Mar Nero, a 1500 chilometri da Mosca. "I Bloodhound Gang stanno facendo i bagagli", ha twittato sbrigativamente il ministro della cultura locale, Vladimir Medinsky: "Quegli idioti non saliranno sul palco del Kubana Festival". A nulla è valsa la conferenza stampa indetta lo scorso venerdì dallo stesso Hasselhoff, che - scusandosi - ha spiegato come la cifra goliardicamente volgare sia uno dei marchi di fabbrica del gruppo: il giorno successivo, sabato, le autorità russe hanno interrogato ufficialmente il musicista, riservandosi di incriminarlo per vilipendio e diffamazione. L'ultimo saluto dall'ex cuore di quello che fu l'impero sovietico al gruppo l'ha dato un gruppo di manifestanti con un vigoroso lancio di uova e pomodori che ha avuto per teatro l'aeroporto di Anapa, ultima tappa prima della coincidenza che - a Mosca - ha portato Jimmy Pop e compagni portati fuori dal paese.