E' un buon momento, tutto sommato, per il neo-pop italiano indipendente che nasce “dal basso” anziché a Sanremo o negli uffici artistici delle case discografiche (la dice lunga l'emersione rapida e spontanea dall'underground di un gruppo come Le Vibrazioni).
E così, alla faccia della crisi nera del mercato, capita ancora che qualcuno si decida a lanciarsi nell'impresa di creare una nuova etichetta: arriva fresca da Bologna, per esempio, la notizia del debutto di un nuovo marchio, Aiuola Dischi, che nasce con l'intenzione, appunto, di produrre musica pop. Pop di concezione “moderna” e non tradizionale, però, come rivela l'ascolto dei primi due dischi in distribuzione dal 21 marzo, primo giorno di primavera (a prezzo speciale “suggerito”, 12,90 euro per album): il primo, “Che succede quando uno muore” dei romani Babalot, è un guazzabuglio divertente di sample elettronici e chitarre elettroacustiche, techno pop e cantautorato stralunato alla Rino Gaetano e molto altro ancora. Il secondo, “Il sorpasso”, è l'opera prima compiuta di un quintetto bolognese già rodato da anni di gavetta e segnalato a più riprese tra le nuove promesse della musica italiana, i 3000 Bruchi (i quali citano Pavement, Beck, Pixies, ma anche Garbo e Talk Talk, tra le loro influenze primarie). .
Per lanciarli, i quattro fondatori della Aiuola Dischi hanno deciso saggiamente di appoggiarsi ad un network di sostenitori della prima ora (che ne hanno finanziato in parte la costituzione) e di collaboratori professionali: il Gammapop Management di Ferruccio Quercetti, gli studi di registrazione Jungle Sound (dove i due album summenzionati sono stati registrati), lo studio grafico Digital Working Class, il distributore di dischi Self, il nuovo ufficio stampa milanese Muccablù e altri ancora. C'è anche, già operativo in linea, uno spiritoso e scanzonato sito Web: www.aiuola.it.