Dino Lenny, nuovo re dei dancefloor, porta gli Housemartins in discoteca
Da qualunque angolo si sbircino le club charts e i sommmovimenti della scena dance internazionale, in queste ultime settimane, un nome salta fuori con regolarità: quello dell’’italiano (ma residente a Londra) Dino Lenny.
Da tre settimane (semplicemente come Dino) fa presenza nelle Top 30 FIMI/Nielsen dei singoli più venduti (il pezzo è “Call me”, pubblicato in trio da Nu-Tella, Time ed Epic). Come produttore sta dietro le quinte di “Bucci bag” di Andrea Doria, che il sito inglese dotmusic segnala all’ottavo posto tra le “cool cuts” della settimana (descrivendola come “camp Italian powerhouse”). Infine, in coppia con - anzi, “vs." - gli insospettabili Housemartins datati anni '80 è l’interprete già acclamato di “Change the world”, singolo anch’esso segnalato nella stessa classifica compilata sulla base delle indicazioni dei negozi specializzati e dei dj di tendenza, e che la UltraLab (Virgin) di Ilario Drago si è appena aggiudicato in esclusiva per l’Italia (il brano è Edel per il resto del mondo). .
“Change the world” utilizza un sample piano/voce di “Flag day”, primo singolo nel 1985 per la band di Paul Heaton e Norman Cook, allora già attivo dietro le console del Regno Unito ma lontano dal diventare un guru del dancefloor col nome di Fatboy Slim: e tutti gli specialisti ne parlano già come di una hit internazionale sicura. Pensare che ai tempi della sua prima uscita in vinile 7 e 12 pollici, “Flag day” non ebbe affatto fortuna: raggiunse un modestissimo 124mo posto nelle classifiche inglesi, e gli Housemartins dovettero attendere il terzo singolo “Happy hour” per far conoscere al grande pubblico il loro beat pop melodico e leggero.