Scandalo Vivendi: la polizia in casa dell'ex amministratore delegato
Giovedì scorso, 12 dicembre, la polizia francese ha fatto irruzione nella sede parigina della multinazionale, a pochi passi dall'Arco di Trionfo, setacciando gli uffici alla ricerca di documenti che possano comprovare l'esistenza di irregolarità fiscali e valicare così i capi di imputazione che pendono sulla società (vedi News). Con lo stesso obiettivo, secondo alcune fonti, le perquisizioni avrebbero interessato anche la sede della società di telecomunicazioni Cegetel (che fa parte del gruppo) e due abitazioni private di proprietà dell'ex amministratore delegato Jean-Marie Messier, ubicate rispettivamente nel centro cittadino e nella cittadina di Rambouillet, appena fuori Parigi.
I raid della Finanza sono stati disposti dai magistrati parigini che dallo scorso ottobre indagano sulla società, dopo che un gruppo di azionisti di minoranza si era lamentato della diffusione di informazioni “false e tendenziose” da parte del management, atte a rassicurare gli investitori sullo stato di salute di un'azienda che, invece, era a corto di denaro e oberata da debiti schiaccianti. I portavoce di Vivendi hanno confermato l'operazione in corso, dichiarando che la società “sta collaborando pienamente con la polizia”. Mentre Messier, che la sera stessa avrebbe dovuto partecipare ad un meeting dell'associazione della stampa anglo-americana a Parigi, ha cancellato l'appuntamento. In un libro di memorie da poco pubblicato in Francia il manager, accusato di essere il responsabile del tracollo finanziario di Vivendi e di ripetute dichiarazioni di falso in bilancio, ha ammesso di aver commesso alcuni errori durante il suo periodo di reggenza, in particolare di aver voluto comprare troppe aziende e troppo in fretta, di non essersi liberato abbastanza rapidamente di Vivendi Environnement (il ramo societario che gestisce servizi pubblici-ambientali) e di non aver saputo intrattenere relazioni proficue con i politici francesi.
I raid della Finanza sono stati disposti dai magistrati parigini che dallo scorso ottobre indagano sulla società, dopo che un gruppo di azionisti di minoranza si era lamentato della diffusione di informazioni “false e tendenziose” da parte del management, atte a rassicurare gli investitori sullo stato di salute di un'azienda che, invece, era a corto di denaro e oberata da debiti schiaccianti. I portavoce di Vivendi hanno confermato l'operazione in corso, dichiarando che la società “sta collaborando pienamente con la polizia”. Mentre Messier, che la sera stessa avrebbe dovuto partecipare ad un meeting dell'associazione della stampa anglo-americana a Parigi, ha cancellato l'appuntamento. In un libro di memorie da poco pubblicato in Francia il manager, accusato di essere il responsabile del tracollo finanziario di Vivendi e di ripetute dichiarazioni di falso in bilancio, ha ammesso di aver commesso alcuni errori durante il suo periodo di reggenza, in particolare di aver voluto comprare troppe aziende e troppo in fretta, di non essersi liberato abbastanza rapidamente di Vivendi Environnement (il ramo societario che gestisce servizi pubblici-ambientali) e di non aver saputo intrattenere relazioni proficue con i politici francesi.
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