Che il magnate televisivo e cinematografico Barry Diller fosse diventato uno degli uomini chiave per le sorti del settore entertainment di Vivendi Universal era apparso chiaro già da qualche tempo (vedi news).
Pochi però sapevano del contratto “blindato” che il businessman americano ha firmato (con Jean-Marie Messier) ai tempi della cessione della sua società di servizi telematici USA Interactive alla multinazionale francese e che oggi lega le mani all'amministratore delegato Jean-Renè Fourtou, impegnato in un'urgente opera di risanamento delle finanze aziendali che richiede la vendita di una fetta sostanziosa del suo patrimonio. Della vicenda si è occupato il quotidiano economico Wall Street Journal, rivelando che una clausola contrattuale consente a Diller di bloccare la vendita degli “asset” di USA Interactive da parte di Vivendi per i prossimi 15 anni, se non al prezzo (salatissimo) di una penale da 2 miliardi di dollari che la farebbe cadere dalla padella nella brace. .
Lo scaltro Diller si è anche assicurato contrattualmente la possibilità di costringere Vivendi a ricomprarsi l'1,5 % di azioni che il manager detiene nella società Vivendi Universal Entertainment, per non meno di 275 milioni di dollari. Per espressa volontà dello stesso Diller (vedi news), Universal Music non rientra nella divisione VUE da lui presieduta: e con tutti i lacci e lacciuoli che legano i movimenti di quest'ultima, proprio la casa discografica del gruppo potrebbe diventare uno degli “asset” più facili da vendere sul mercato.