Non è ancora una ritirata in piena regola ma poco ci manca. Tower Records, uno dei marchi più celebri del business musicale e uno dei simboli mondiali del commercio discografico su larga scala, chiuderà sei dei suoi dieci punti vendita in Gran Bretagna e Irlanda. Resta salvo, almeno per ora, il gioiello di famiglia, il negozio su tre piani che si affaccia su Piccadilly Circus a Londra: ma intanto la notizia conferma che per l’azienda californiana il momento difficile continua a dispetto dei lievi segnali di ripresa annunciati dagli ultimi risultati trimestrali.
La congiuntura di mercato e le difficoltà finanziarie interne al gruppo hanno convinto la MTS Inc. di Sacramento, holding a cui fa capo la catena Tower, a ripiegare sul mercato interno e a ridurre drasticamente il numero di punti vendita che la società gestisce nel mondo (erano 171, di cui 58 in franchising, prima dell’inizio del piano di riduzioni).
Nel maggio scorso MTS aveva venduto in blocco i 51 negozi giapponesi di Tower Records ad una merchant bank locale in cambio di 122 milioni di dollari.
La congiuntura di mercato e le difficoltà finanziarie interne al gruppo hanno convinto la MTS Inc. di Sacramento, holding a cui fa capo la catena Tower, a ripiegare sul mercato interno e a ridurre drasticamente il numero di punti vendita che la società gestisce nel mondo (erano 171, di cui 58 in franchising, prima dell’inizio del piano di riduzioni).
Nel maggio scorso MTS aveva venduto in blocco i 51 negozi giapponesi di Tower Records ad una merchant bank locale in cambio di 122 milioni di dollari.
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