Giulio 'Estremo' Casale (Estra) ricorda Jeff Buckley

“Ogni anno, il 29 di maggio, mi fermo.
Non è la morte, non è un senso di sconfitta o di abbandono che mi avvince, al contrario ciò che preme dentro è commozione, gratitudine nei confronti dell'esistenza, sempre più generosa di quanto non si dica, che ci regalò (un dono, cos'altro?) Jeff e tutto il suo talento, tutto il suo essere spirito e tramite tremendo, così mondano. Oggi ho anche riletto 'le barricate misterios', splendida raccolta poetica di Silvia Bre, e a pagina 90, ancora, Jeff è ricomparso, assieme alla mia emozione: 'Voglio morire nelle mie parole/ fino a che posso/ per liberarle vive dall'incanto.E prima di morire un cielo a squarci. Farli passare tra i morsi del mio sguardo. Poi me ne andrò a dormire/ in mezzo a campo e cielo e acqua senza fondo. Tenendo quella mano/ finché posso'. Quell'acqua e quella mano seppero darci musica e dolore, estasi e spavento, e tuttora non cessano, non svaniscono, non smettono di significare il coraggio di esserci, di ricercare l'elevato e il profondo mentre tutto, attorno, pare chiedere superficie e mediocrità. Jeff, atto d'amore".
Giulio Casale