Due studi confermano: tra MusicNet e Morpheus, il pubblico sceglie il secondo
Primo motivo di lamentela dei consumatori nei confronti dei servizi a pagamento, secondo quanto emerge dalle due ricerche, non è l'imposizione di un prezzo per poter fruire dei servizi quanto la disponibilità ancora troppo limitata di musica che questi ultimi sono in grado di offrire ai consumatori on-line (complice la lentezza di processi decisionali che coinvolgono necessariamente tutti gli attori in gioco: artisti, manager, avvocati, etichette, editori musicali e quant'altro…).
Il quadro che ne emerge è, ancora una volta, ben poco rassicurante per l'industria musicale. Anche se, controbattono alcuni esperti di mercato, nessuno dei due studi dice nulla su un'altra questione cruciale: e cioè se i consumatori siano disposti a pagare un prezzo in cambio di un prodotto che circola ad alta velocità, con garanzie di qualità di riproduzione e di assoluta sicurezza sul Web. “Sotto questi aspetti, i servizi in abbonamento sono molto migliori di quelli gratuiti oggi presenti sul mercato”, ha detto a HITS Karen Allen, una delle voci più qualificate in USA in tema di musica e Internet. “Ma i primi”, ha aggiunto, “devono lavorare molto più aggressivamente per assicurarsi i diritti di sfruttamento su un maggior numero di canzoni, in particolare su quelle più in voga del momento, e per ottenere l'uso in licenza di un maggior numero di etichette. 'Profondità' di catalogo e piena libertà di utilizzo stanno diventando gli indicatori principali del grado di successo o insuccesso di un servizio musicale on-line”. .