Nada Surf (in Italia a novembre): 'E' come se avessimo appena iniziato'

Ci sono gruppi che fanno sempre la stessa cosa, indipendentemente dal momento e da ciò che gira intorno. Ed è un bene: i Nada Surf sono un gruppo fuori dal tempo, e va bene così: sono in giro dagli anni ’90 e “The stars are indifferent to astronomy”, il loro ultimo album, è un piccolo gioello di pop-rock, che la band presenterà in Italia con un unico concerto, il 1° novembre al Bronson di Ravenna.
Abbiamo fatto qualche domanda ad Ira Elliot, prima della partenza del tour europeo, iniziato ieri a a Londra. “Siamo molto fortunati ad avere iniziato la carriera in quel periodo e ad esserci costruiti un pubblico negli anni ’90.  Ci ha aiutato moltissimo in tutti gli sconvolgimenti dell’industria musicale dell’ultimo decennio”, ci racconta Ira. “Continuiamo a funzionare perché amiamo fare musica assieme e suonare per un pubblico, come tutti. E fortunatamente andiamo d’accordo, siamo molto amici dopo molti anni. E’ come se avessimo appena iniziato”. I concerti ci spiega Ira saranno: “Forti. Poi calmi. Veloci. Lenti. Daremo spazio al nuovo disco, ma suoneremo ovvoamente canzoni dagli altri album. Abbiamo un bel repertorio a questo punto e sembra sempre che si finisca per non fare la canzone preferita di qualcuno. Ogni tanto il nostro cantante esce poi in sala con la chitarra acustica e suona ancora...”.
A proposito del disco: il titolo è abbastanza particolare... “Il padre di Matthew, il nostro cantante, è un professore di filosofia e spesso usa questa frase per spiegare ai suoi studenti la piccolezza relativa dell’uomo nell’universo. Un cane non sa che viene chiamato ‘cane’, un uccello non sa che viene chiamato ‘uccello’ e alle stelle di certo non importa il nome che dai loro”.
Molte canzoni originali, ci spiega Ira, e poche cover, nonostante il penultimo disco della band, "If I Had an hi-fi", fosse composto di reintepretazioni di brani altri. “C Per quel disco abbiamo passato settimane a discuere le scelte, portandone una dozzina atesta e alla fine abbiamo scelto le canzoni che a)erano divertenti b)avrebbero richiesto una grossa rielaborazione. Fondamentalmente volevamo far finta di averle scritte noi. Ma credo che ne suoneremo magari una, ma non di più: abbiamo le nostre “vere” canzoni da suonare".

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