16/03/1998
Chi ha ucciso Kurt Cobain? Un libro propone una nuova teoria sulla sua morte
L’8 aprile saranno trascorsi quattro anni dalla morte di Kurt Cobain, trovato cadavere con a fianco un fucile a pompa che la polizia di Seattle identificò come l’arma di un inequivocabile suicidio. Da allora, le voci parallelamente emerse (e ingrossatesi strada facendo soprattutto su Internet) sul presunto coinvolgimento nella morte di Courtney Love, vedova Cobain, cantante delle Hole e oggi attrice di grido, erano andate gradualmente affievolendosi.
Giunge ora non solo la notizia dell’imminente uscita di “Who killed Kurt Cobain?”, edito dalla Birch Lane Press, ma anche delle minacce cui starebbe cercando di sottrarsi l’autore, il giornalista Ian Halperin, che lo ha scritto insieme all’amico e collega Max Wallace. Sarebbe l’entourage di Courtney Love - che singolarmente non ha mai citato in giudizio alcuno dei suoi bersagli, ovvero chiunque con un libro o con un film sostenesse la teoria dell’omicidio di Cobain - a rendere un tormento la vita di Halperin.
Trapelano in anteprima sulla stampa canadese alcune anticipazioni su alcuni dei parecchi ragionevoli dubbi che Halperin e Wallace sollevano relativamente alla teoria del suicidio avallata dalla polizia; in modo particolare, gli autori del libro insistono su quattro inquietanti circostanze:
1 - non vennero mai trovate delle impronte sull’arma, né appartenenti a Cobain, né a chiunque altro;
2 - Cobain ebbe il tempo di riporre l’attrezzatura e la droga con cui si era iniettato una dose letale (1,52 mg di eroina) e di ricomporsi prima di premere il grilletto, quando avrebbe dovuto perdere coscienza entro pochissimi secondi;
3 - qualcuno avrebbe cercato di usare la sua carta di credito giorni dopo la sua morte;
4 - il pornometallaro “El Duce” (vero nome: Eldon Hoke) venne trovato morto otto giorni dopo avere sostenuto che la Love aveva tentato di ingaggiarlo per uccidere Cobain (presunta ricompensa: 50.000 dollari)...
Giunge ora non solo la notizia dell’imminente uscita di “Who killed Kurt Cobain?”, edito dalla Birch Lane Press, ma anche delle minacce cui starebbe cercando di sottrarsi l’autore, il giornalista Ian Halperin, che lo ha scritto insieme all’amico e collega Max Wallace. Sarebbe l’entourage di Courtney Love - che singolarmente non ha mai citato in giudizio alcuno dei suoi bersagli, ovvero chiunque con un libro o con un film sostenesse la teoria dell’omicidio di Cobain - a rendere un tormento la vita di Halperin.
Trapelano in anteprima sulla stampa canadese alcune anticipazioni su alcuni dei parecchi ragionevoli dubbi che Halperin e Wallace sollevano relativamente alla teoria del suicidio avallata dalla polizia; in modo particolare, gli autori del libro insistono su quattro inquietanti circostanze:
1 - non vennero mai trovate delle impronte sull’arma, né appartenenti a Cobain, né a chiunque altro;
2 - Cobain ebbe il tempo di riporre l’attrezzatura e la droga con cui si era iniettato una dose letale (1,52 mg di eroina) e di ricomporsi prima di premere il grilletto, quando avrebbe dovuto perdere coscienza entro pochissimi secondi;
3 - qualcuno avrebbe cercato di usare la sua carta di credito giorni dopo la sua morte;
4 - il pornometallaro “El Duce” (vero nome: Eldon Hoke) venne trovato morto otto giorni dopo avere sostenuto che la Love aveva tentato di ingaggiarlo per uccidere Cobain (presunta ricompensa: 50.000 dollari)...
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