USA, gli esperti del governo fissano le tariffe per la musica on-line
Come consentito dalla nuova legge americana sul copyright che prevede licenze obbligatorie in caso di disaccordo contrattuale tra le parti, il Copyright Arbitration Royalty Panel (CARP, questo il nome della commissione di nomina governativa) ha fissato in 7 centesimi di dollaro (otto centesimi di euro) la tariffa fissa dovuta per ogni brano trasmesso in simulcast e in una cifra doppia, 14 centesimi di dollaro(16 centesimi di euro) la "fee" dovuta sui pezzi destinati esclusivamente alla diffusione via Internet (i webcast veri e propri). Le tariffe sono più basse per le imprese di broadcasting che non hanno carattere commerciale, mentre una licenza globale di trasmissione in rete non potrà costare alle emittenti meno di 500 dollari.
A dispetto della loro volontà di dirimere la questione "in famiglia" con le radio, evitando l'intervento di un comitato super partes (è di pochi mesi fa un appello inoltrato da entrambe le categorie all'Ufficio Copyright andato però disatteso, vedi news), le case discografiche americane hanno espresso soddisfazione per le decisioni prese dal comitato, che ha fissato tariffe assai superiori a quelle proposte inizialmente dalle radio on-line e dai Webcaster.
Secondo Hilary Rosen, presidente dell'associazione di categoria RIAA, entrambe le categorie “saranno in grado di far fronte alle somme richieste e di fare business su Internet”. Ma c’è chi la pensa in modo contrario e sostiene che le tariffe imposte dal CARP metteranno fuori gioco le emittenti indipendenti di piccole dimensioni, soprattutto quando saranno fissati, in un secondo momento, gli importi dovuti retroattivamente per le trasmissioni musicali on-line. .