
Per i servizi on-line di distribuzione musicale in abbonamento così come per i maggiori siti di e-commerce si profila un altro possibile grattacapo, oltre a quelli procurati dalla recessione, dalla titubanza dei consumatori e dalla diffusione dei sistemi di file sharing non autorizzati. A metterli in ulteriore difficoltà potrebbe essere il riconoscimento di un brevetto sul downloading dei file audio e video ad una azienda finora poco conosciuta, la SightSound di Pittsburgh, che da qui in avanti potrebbe però giocare un ruolo rilevante nell’evoluzione dello scenario musicale digitale.
Un tribunale americano della Pennsylvania ha infatti riconosciuto le ragioni della Web company, che dal 1998 aveva portato in tribunale i siti CDnow e N2K, entrambi appartenenti a Bertelsmann, sostenendo di avere diritto a una quota del loro fatturato in quanto titolare di brevetti sulle tecnologie che esse impiegano per vendere in rete i loro prodotti. I legali di Bertelsmann, documenti alla mano, sostenevano che i diritti di SightSound coprono esclusivamente le reti di telecomunicazione e non le vendite on-line di prodotti commerciali, ma il giudice non è stato dello stesso avviso: se gli ulteriori gradi di giudizio confermeranno questa tesi, la casa tedesca sarà tenuta ad un ingente pagamento di danni e i maggiori servizi on-line come MusicNet e Pressplay dovranno sottostare al pagamento di royalty alla società di Pittsburgh: l’entità dei diritti da versare, tuttavia, sarebbe tutta da discutere sulla base dei contratti di licenza.
Un tribunale americano della Pennsylvania ha infatti riconosciuto le ragioni della Web company, che dal 1998 aveva portato in tribunale i siti CDnow e N2K, entrambi appartenenti a Bertelsmann, sostenendo di avere diritto a una quota del loro fatturato in quanto titolare di brevetti sulle tecnologie che esse impiegano per vendere in rete i loro prodotti. I legali di Bertelsmann, documenti alla mano, sostenevano che i diritti di SightSound coprono esclusivamente le reti di telecomunicazione e non le vendite on-line di prodotti commerciali, ma il giudice non è stato dello stesso avviso: se gli ulteriori gradi di giudizio confermeranno questa tesi, la casa tedesca sarà tenuta ad un ingente pagamento di danni e i maggiori servizi on-line come MusicNet e Pressplay dovranno sottostare al pagamento di royalty alla società di Pittsburgh: l’entità dei diritti da versare, tuttavia, sarebbe tutta da discutere sulla base dei contratti di licenza.
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