E' morta ieri all'età di 93 anni in un ospedale di Cuernavaca, dove era stata ricoverata per una grave insufficienza respiratoria, Chavela Vargas, una delle esponenti più note della canzone tradizionale messicana: nata a San Joaquin de Flores, in Costa Rica, ma emigrata in Messico all'età di 14 anni, la Vargas fu una delle più importanti voci del filone ranchero, genere solitamente frequentato - anche per lo stile di vita degli interpreti - da uomini.
Con oltre ottanta album al proprio attivo, l'artista - che non fece mai mistero della propria omosessualità, pur dichiarandola ufficialmente solo nella sua autobiografia, data alle stampe all'età di 81 anni - fu tra le protagoniste del rinascimento culturale messicano nella seconda metà del secolo scorso, stringendo legami forti con altre figure di primo piano come Frida Kahlo e Diego Rivera. Amica del poeta spagnolo Federico Garcia Lorca, l'artista dedicò al bardo della letteratura iberica uno dei suoi ultimi lavori, un album di poesie messe in musica pubblicato solo lo scorso anno.
"Non ho mai avuto paura di niente perché non ho mai fatto del male a nessuno", disse lei, nel 2011, durante un concerto a Città del Messico: "Sono sempre stata una vecchia ubriacona".
Il dottore che l'aveva in cura, Jose Manuel Nunez, ha fatto sapere come la Vargas, lucida fino all'ultimo, ha rifiutato l'utilizzo di un respiratore durante le ultime ore di vita: "Se ne è andata serenamente, per cause naturali", ha precisato Nunez.
Tra i primi a ricordarla è stato il regista spagnolo Pedro Almodovar, che ha utilizzato le sue canzoni molte delle colonne sonore abbinate ai suoi lavori: "Non credo che in questo mondo esista un palco abbastanza grande per Chavela".
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06/08/2012