Grooveshark, una società newyorkese vuole comprarla e collaborare con le major
Nel music business i suoi nemici non si contano (tra essi figurano tutte le major, Universal in testa, e il distributore digitale TuneCore). Eppure sono in molti - a partire da etichette indipendenti come la ATO di Dave Matthews - a riconoscere al servizio di streaming e condivisione musicale Grooveshark una notevole potenzialità sotto il profilo promozionale e commerciale: cosicché non stupisce più di tanto apprendere che una società di investimenti newyorkese, la Spring Mountain Capital facente capo ad Avi Faliks, ha contattato la società proprietaria della piattaforma, Escape Media, con l'obiettivo di acquistarla e trasformarla in un'impresa pienamente legale e autorizzata dalle major discografiche (sulla falsariga di ciò che accadde a Napster, in verità assai meno popolare oggi di quando era considerata il simbolo della pirateria musicale).
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Per ricostruire i rapporti deteriorati con l'industria musicale Falik avrebbe pensato di assumere in qualità di mediatore Gary Stiffelman, avvocato specialista nel settore dell'entertainment che ha già lavorato per pop star come Lady Gaga, Trent Reznor e Justin Timberlake. Compito delicato, il suo, dal momento che con Grooveshark le major continuano a litigare in tribunale: EMI per il mancato pagamento delle somme pattuite nel contratto di licenza, le altre tre perché ne contestano il modello di funzionamento che consente agli utenti di caricare la loro musica sul sito per condividerla con gli altri (lo stesso problema delle mancate autorizzazioni costrinse Telecom, tre estati fa, a rescindere in fretta e furia la partnership con la società americana per il servizio musicale Next Music).
Secondo CNET, che riferisce dell'interessamento da parte di Falik, Escape Media non si è ancora pronunciata sulla sua proposta di acquisto attendendo di conoscere i termini dell'offerta di un altro potenziale e sconosciuto acquirente.