Mentre Napster fatica a guadagnare consensi nell'establishment musicale (a dispetto dell'allestimento di una nuova versione legalizzata e a pagamento del sito, vedi news), altri servizi indipendenti di musica digitale in abbonamento proseguono nell'opera di costruzione di cataloghi on-line in grado di attrarre consumatori “viziati” dalla disponibilità in rete di miriadi di brani non autorizzati e circolanti a titolo gratuito. E' il caso di aziende come FullAudio e soprattutto Listen.com, che ha appena annunciato il raggiungimento di accordi di licenza con due major discografiche, EMI e BMG, per il suo servizio di sottoscrizione musicale Rhapsody, operativo in rete dallo scorso dicembre (vedi news) con un repertorio finora limitato al catalogo di etichette indipendenti come Ark 21 e GNP Crescendo.
Il presidente di Listen.com, Sean Ryan, ha preannunciato prossimi accordi con le altre major, sottolineando che l'obiettivo della società è di consentire attraverso Rhapsody un accesso ad un catalogo di musica il più ampio possibile: un compito facilitato, secondo alcuni analisti del settore, dal fatto di non appartenere ad uno dei due blocchi rivali, MusicNet e Pressplay, che vedono le maggiori case discografiche allineate su fronti contrapposti ma anche dalla necessità delle stesse major di allargare a terzi l'uso in rete dei propri cataloghi per non incorrere nelle sanzioni dell'antitrust, che sui due servizi succitati e sulle loro possibili limitazioni della concorrenza on-line hanno avviato da qualche tempo un'inchiesta (vedi news).
EMI e BMG fanno entrambe parte, insieme con Warner Music, della joint venture che appoggia il servizio MusicNet; la EMI ha tuttavia firmato un accordo di collaborazione anche con i gestori di Pressplay (vedi news).
Il presidente di Listen.com, Sean Ryan, ha preannunciato prossimi accordi con le altre major, sottolineando che l'obiettivo della società è di consentire attraverso Rhapsody un accesso ad un catalogo di musica il più ampio possibile: un compito facilitato, secondo alcuni analisti del settore, dal fatto di non appartenere ad uno dei due blocchi rivali, MusicNet e Pressplay, che vedono le maggiori case discografiche allineate su fronti contrapposti ma anche dalla necessità delle stesse major di allargare a terzi l'uso in rete dei propri cataloghi per non incorrere nelle sanzioni dell'antitrust, che sui due servizi succitati e sulle loro possibili limitazioni della concorrenza on-line hanno avviato da qualche tempo un'inchiesta (vedi news).
EMI e BMG fanno entrambe parte, insieme con Warner Music, della joint venture che appoggia il servizio MusicNet; la EMI ha tuttavia firmato un accordo di collaborazione anche con i gestori di Pressplay (vedi news).
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