Harrison era nato il 25 febbraio a Wavertree, Liverpool. Fu all'età di 16 anni che entrò nei Quarrymen, il gruppo che avrebbe posto le basi alla carriera dei Beatles. Nel '64, durante la lavorazione del film “A hard day's night”, incontrò la modella Patti Boyd; i due si sposarono l'anno successivo. Fu Harrison, dopo aver imparato a suonare il sitar ed incontrato un maharishi, a sospingere i Beatles nella cosiddetta “fase indiana”. Suoi “classici” riconosciuti durante la carriera dei Fab Four furono “Something”, “Here comes the sun” e “While my guitar gently weeps”. Dopo la fine del gruppo, la sua “My sweet Lord” fu la prima canzone di un ex Beatle a raggiungere il top delle classifiche britanniche. Storico –ed in questo caso evitiamo le virgolette- fu il “Concert for Bangladesh” del 1971, che si svolse al Madison Square Garden di New York e del quale fu uno dei principali organizzatori. A metà anni Settanta, dopo che la Boyd lo abbandonò per andare a stare con Eric Clapton, incontrò Olivia, che poi diventò la sua seconda moglie. Dhani nacque nel 1978. Tra i suoi maggiori interessi, da fine anni Settanta in poi, vi fu la sua Handmade Films, azienda di produzioni cinematografiche. Nel 1987, inaspettatamente, tornò sulla ribalta discografica con l'album “Cloud nine”, anticipato dal singolo “Got my mind set on you”, dopo si fece ancora vedere con i Traveling Wilburys, supergruppo "fantasma" formato insieme a Bob Dylan, Tom Petty, Roy Orbison e Jeff Lynne che pubblicò due dischi tra l'88 e il '90.
Uomo schivo, riservato ed amante della pace, Harrison lascia un grande vuoto nel mondo della musica.