Vacilla anche l’ultimo baluardo (insieme alla Francia) dell’industria discografica europea, in questo disastrato 2001: dopo dieci trimestri consecutivi di crescita senza soste, in Gran Bretagna le vendite di dischi sono crollate del 4,2 % nel periodo compreso tra luglio e settembre, secondo le ultime rilevazioni di mercato diffuse dalla British Phonographic Industry.
Il cui direttore per le ricerche Chris Green minimizza tuttavia il risultato: “Le vendite hanno mantenuto livelli molto elevati per lungo tempo”, ha dichiarato il funzionario, “e un calo inferiore al 5 % non rappresenta qualcosa di cui ci si debba preoccupare”. I portavoce della BPI attribuiscono alle condizioni economiche generali e alla riduzione del flusso turistico dopo i fatti dell’11 settembre la flessione del mercato, che non dovrebbe tuttavia invertire il trend di crescita registrato finora nell’anno in corso (oltre il 5 % di incremento, sia in termini di fatturato che di pezzi venduti). .
Il calo delle vendite nel trimestre compreso tra luglio e settembre è risultato ancora una volta particolarmente grave nel settore dei singoli (-20,9 % in valore e – 16,6 % in volume, a 13,4 milioni di pezzi), mentre hanno tenuto – e anzi sono leggermente aumentate - le vendite di album in formato CD.