Platani abbattuti a Milano, Celentano scrive una lettera aperta a Pisapia

Adriano Celentano scrive al sindaco di Milano Giuliano Pisapia, e lo fa con una lettera aperta pubblicata oggi, 21 aprile, sul Corriere della Sera. La musica non c'entra: il Molleggiato, da sempre sensibile ai temi dell'ecologia, prende spunto dalla denuncia di un ragazzo, Francesco Rosi, che ha documentato fotograficamente l'abbattimento dei platani secolari che adornavano un'area adiacente alla Stazione Centrale per chiedere al sindaco di rimediare alla "svista".

"Non posso credere che quel Sindaco con la faccia da bambino abbia potuto dare un ordine del genere. Giuliano sei stato tu? No, dimmelo se sei stato tu, perché hai solo un modo per rimediare", scrive Celentano nella sua missiva, prima di suggerire con abbondanza di dettagli il modo di ovviare allo "scempio" perpetrato.  "La cosa da fare nella zona martoriata, bada bene, non solo nello spazio dove c'è stata la strage dei Platani (la vendetta contro l'involontario peccato di promiscuità) richiede qualcosa in più. Qualcosa che a questo punto coinvolga per intero la strada incriminata, ove per tutta la sua larghezza, dal muro della stazione a quello del palazzo di fronte e quindi per tutta la sua lunghezza, sia rivestita di VERDE, dove né i pullman né le macchine potranno avere accesso. Con una pista ciclabile di colore arancione dai bordi viola chiaro, che per la gioia dei passanti diventerebbe il 'Giardino dorato' dei bambini. Quei bambini a cui la città del cemento proibisce di giocare. Mi rendo conto di ciò che ti chiedo, lo so non è facile. E forse anche in questo caso, come si usa dire, non tutti i mali vengono per nuocere. Il sacrificio di quei Platani potrebbe diventare il grande richiamo di una svolta importante che solo un Sindaco può fare".


"Caro Giuliano", continua Celentano, "a chiederti questo piccolo sacrificio colorato di verde non sono soltanto io e neanche le tante vite che abitano a Milano, forse ancora non ti sei accorto, ma è l'intero paese che da tempo attende che qualcuno da qualche parte dell'Italia abbia la Beata sfrontatezza di metterci la faccia su un gesto che potrebbe sigillare l'INIZIO del cambiamento".


Nel suo lungo intervento l'artista milanese disquisce di bellezza, di natura umana e di economia, riservando anche una critica al governo Monti, "quando commette il grave errore di aumentare l'unica cosa che invece dovrebbe essere drasticamente abbassata. Le tasse".
 

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