Edgar Bronfman Jr.: dal 'Plug In' la 'replica' di Pressplay a MusicNet
"Questa affermazione di Rob secondo cui MusicNet sarebbe un'entità autonoma è... sostanzialmente una bufala", ha esordito Bronfman, unendo al garbo del tono la grinta della sostanza. "La principale differenza di Pressplay rispetto a MusicNet è insita nel modello di business: nella loro piattaforma ogni retailer è libero di fissare il prezzo dei prodotti, sulla base di un catalogo i cui costi sono imposti a livello "business to business". Noi, al contrario, fissiamo i prezzi al pubblico e liquidiamo ai partner delle percentuali predeterminate; inoltre i dati dei clienti sono condivisibili tra etichette e retailer partecipanti all'iniziativa".
Dopo avere assestato un ennesimo colpo a Napster (".
E' facile essere aziende innovatrici quando non si hanno beni e proprietà da difendere."), Bronfman ha ammesso che siamo sostanzialmente al primo atto di una commedia che si annuncia lunga: "Per operatori come noi e MusicNet è cruciale presentarsi tempestivamente sul mercato con una proposta commerciale conveniente, che rilevi le precedenti abitudini gratuite dell'utenza che proprio noi abbiamo contribuito a cercare di stroncare (leggi Napster - n.d.r.). Sappiamo bene che gli utenti desiderano operare su una piattaforma unica: ai consumatori non interessano etichette e marchi, ma prodotti, canzoni e artisti; per loro, giustamente, la tecnologia e la normativa sono argomenti inutili. Ad oggi, tuttavia, esistono profonde divergenze sui modelli di business tra Pressplay e MusicNet perché si possa ragionevolmente pensare a un'integrazione vicina nel tempo".
Nella parte finale dell'intervento affidatogli, a Bronfman è stato chiesto un commento alla critica rivolta ieri da Alanis Morissette alla discografia dallo stesso palco (v. News). Bronfman se l'è cavata con signorilità e ironia, glissando al massimo sul tema: "Lavoro da trent'anni nella musica e non mi è mai capitato di sentire un artista dire: 'Oh, quanto adoro la mia casa discografica!". Se è successo, io non ne sono a conoscenza... La relazione tra etichetta e artista è sempre stata e sempre sarà un rapporto di amore/odio. Tuttavia siamo sicuri di potere affermare che gli artisti potranno beneficiare delle trasformazioni che stiamo attuando".