“Marco Luciani, consigliere provinciale di Alleanza Nazionale, si è rivolto all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e all’Autorità garante della concorrenza e del mercato, e per conoscenza al Ministero delle Comunicazioni, perché verifichino se gli spot promozionali violino quanto previsto dalla legge Mammì. Ritengo che la messa in onda di uno spot che evidenzia una sola frase di una canzone molto ripetitiva e molto orecchiabile induca l’utente a memorizzare detta frase, che è altamente diseducativa. Ritengo, inoltre, scorretta l’associazione tra la frase ‘me gusta marijuana, me gustas tu’ con la frase ‘mi piace fumare’. Va ricordato che la canzone riporta una sola volta questa frase, messa invece in evidenza dagli spot segnalati”.
Sempre De Angelis, giornalista appunto dell’ “Arena”, ci ha aiutati – tramite gli uffici della Provincia di Verona – a metterci in contatto con il consigliere Marco Luciani, che abbiamo intervistato nel pomeriggio di oggi 17 luglio.
Consigliere Luciani, come è iniziata questa storia?
“Ascoltando i programmi di RTL 102,5 ho sentito più volte uno spot pubblicitario, del quale mi ha lasciato perplesso un passaggio: quello in cui la voce dello speaker dice ‘mi piace fumare’ collegandolo al verso in cui Manu Chao canta ‘me gusta marijuana’. Mi è venuta l’idea di chiedere all’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni di verificare se il testo dello spot fosse corretto e conforme alle normative vigenti”.
Questo perché la frase dello speaker celebra il fumare in sé, o perché sembra alludere al fumare una sostanza illecita?
“Non vedo differenza. Manu Chao è un artista e nelle sue canzoni può ovviamente dire quello che vuole. Ma in Italia la vendita e l’uso di sostanze stupefacenti sono proibite. E uno spot così concepito potrebbe – e uso il condizionale perché ovviamente non tocca a me stabilirlo – pubblicizzare l’uso di sostanze stupefacenti, cosa che io non ritengo corretta. Questa è una mia valutazione personale, la decisione la prenderanno altri”.
Dal punto di vista formale, come ha proceduto? Ha seguito una prassi normale, quella che qualsiasi cittadino potrebbe seguire?
“Sicuramente sì”.
E quindi a chi si è rivolto: alla polizia, ai Carabinieri?
“Alle autorità che devono vigilare sulle pubblicità radiofoniche”.
Beh, questa è una cosa che un cittadino qualsiasi non saprebbe come fare...
“Io, oltre ad essere un libero cittadino, sono anche un amministratore pubblico, quindi magari conosco più di altri quelli che sono gli organismi e gli enti preposti a seguire le varie competenze; ma ci sono anche associazioni di cittadini o di consumatori che queste cose le fanno abitualmente”.
E una volta ricevuta la segnalazione, l’Autorità come procede?
Nel caso si configurasse un’ipotesi di reato, chi sarebbe perseguito? L’autore del testo pubblicitario, la casa discografica che ha commissionato e prodotto lo spot, l’emittente che lo ha trasmesso, o tutti quanti?
“Anche questo non lo so, ma sinceramente, quando ho fatto la segnalazione, non mi sono posto quel problema. Faccio anche politica, e ho delle idee, tra le quali c’è quella del rifiuto assoluto dell’utilizzo di qualsiasi tipo di droga; quindi l’unico problema che mi pongo è che ci sia un maggior numero di segnali che tendano a dissuadere dall’utilizzo di qualsiasi tipo di droga, pesante o leggera che sia, e non invece di segnali di qualsiasi tipo che possano spingere qualcuno a fare uso di sostanze illecite. Questa è l’unica preoccupazione che mi sono posto; adesso sono problemi dell’autorità competente”.
Lei non crede che la sua iniziativa possa, paradossalmente, risolversi in una sorta di spot promozionale per il disco di Manu Chao?
“Nel momento in cui ho deciso di compiere questo atto, l’ho fatto indipendentemente dalle possibili conseguenze positive e negative sull’artista. Ripeto: non ho nulla da dire nei confronti della canzone, non me lo permetterei mai. L’unica cosa che volevo, e per la quale mi sono attivato presso l’autorità preposta e competente, era proprio verificare se lo spot fosse corretto e radiodiffondibile. Se poi Manu Chao venderà più dischi, buon per lui. Se questo spot dovrebbe essere ritenuto non corretto, se si dovesse arrivare a stabilire che l’associazione tra il brano della canzone che dice “me gusta marijuana” e il brano dello spot che dice “mi piace fumare” potrebbe spingere qualcuno, in particolare i minori, a far uso di sostanze stupefacenti, allora lo spot non verrà più radiodiffuso; magari verrà diffuso un altro spot, con altre parole, e il mio obbiettivo sarà raggiunto.
Consigliere, per aiutarci a capire meglio il suo punto di vista: lei quanti anni ha?
“Ne ho 29, frequento bar e locali, mi piace divertirmi, però lo faccio con la mia forza e il mio entusiasmo”.
Quali sono i musicisti che apprezza maggiormente?
“Mi piace principalmente la musica italiana, e quindi ascolto da Franco Battiato (che nel suo tour attuale fa cantare ‘Me gustas tu’ a Manlio Sgalambro), a Vinicio Capossela a Sergio Caputo”.
Fin qui le parole del giovane consigliere provinciale. Intanto, per una singolare coincidenza di tempi e date, da ieri lunedì 16 luglio è iniziata la programmazione radiofonica di un nuovo spot pubblicitario del disco di Manu Chao. Ne abbiamo chiesto il testo alla Virgin per confrontarlo con quello dello spot “incriminato” (vedi News): e ci è stato risposto che il testo è lo stesso, salvo l’abolizione della frase “mi piace fumare”. Ma, tiene a precisare Valentina Zucchetti, marketing manager dell’etichetta, “la modifica nel testo era prevista da tempo, e non è minimamente connessa all’iniziativa del consigliere Luciani. Lo dimostra il fatto che il nuovo spot è stato consegnato alle radio giovedì 12 luglio, prima che ricevessimo la visita dell’Autorità nei nostri uffici. E con questo speriamo che la questione sia conclusa”.
Rockol ne seguirà comunque puntigliosamente gli eventuali sviluppi.