Molti fan della prima ora sembrano intenzionati a voltare le spalle a Napster, concedendo poche possibilità di ripresa al sito californiano dopo la decisione di sospendere a tempo indeterminato il servizio di scambio di file in rete per imprecisati motivi tecnici legati all’aggiornamento del software (vedi news).
“Napster è morto sei mesi fa, ma si sono ricordati solo ora di ricoprire la tomba di terra”, ha commentato nei giorni scorsi un fan deluso su una delle chat line che consentono la condivisione di file “peer-to-peer”, secondo quanto riporta un articolo pubblicato dall’agenzia Reuters. Altri ex utenti del servizio attaccano le case discografiche per avere ridotto all’impotenza il sito di “file sharing” e non risparmiano critiche al suo ideatore Shawn Fanning, accusato di essersi venduto per denaro. Gli esperti del settore rincarano la dose: Cary Miller, un dirigente nel settore di media di base a Los Angeles, osserva che “del Napster di un tempo è rimasto solo il guscio”, aggiungendo che i problemi tecnici riscontrati sul sito rischiano di allontanare per sempre dal servizio una grossa fetta dei suoi ex estimatori. Secondo P.J. McNealy, analista della società di ricerca GartnerG2, “il marchio di Napster ha ancora un valore per i consumatori, ma ogni giorno che passa senza che il nuovo servizio entri in funzione, quel valore crolla”. Mentre altri osservatori sono ancora meno ottimisti, sottolineando che in questo momento la base di utenti del sito è ridotta allo zero e che Napster, nel momento in cui lancerà il nuovo servizio a pagamento (vedi news) dovrà praticamente ricominciare tutto da capo. .