Un progetto di legge presentato dal deputato repubblicano Cliff Stearns e appoggiato da altri quattro legislatori USA propone l’esenzione fiscale per le vendite di musica, video, software e altri beni immateriali distribuiti elettronicamente attraverso Internet.
Stearns, che presiede un influente sottocomitato ministeriale di tutela dei consumatori, ha spiegato di aver voluto cercare una soluzione di compromesso tra le esigenze delle amministrazioni statali, che lamentano di perdere una consistente fetta di introiti a causa del commercio elettronico (e che conserverebbero un diritto di imposta sulle vendite effettuate via mail order) e i gestori delle attività di e-commerce, secondo i quali l’obbligo di conformarsi ai regimi fiscali dei differenti stati intralcia e danneggia lo sviluppo del settore. “Questa proposta di legge copre una fetta molto piccola del commercio elettronico; il numero e il valore di queste transazioni on-line è estremamente ridotto”, ha spiegato Stearns a proposito del progetto di legge che assoggetterebbe dunque ad imposta solo le vendite di dischi e video che utilizzano sistemi di mail order elettronico ma non i download e i servizi di abbonamento in streaming. .
Uno dei problemi principali, nelle vendite attraverso Internet, riguarda il criterio territoriale utilizzato nell’applicazione dei regimi di tassazione (diversi da stato a stato, negli USA). Una sentenza della Corte Suprema risalente al 1992 impedisce agli stati americani di raccogliere tasse da commercianti che abbiano sede altrove a meno che questi dispongano di un punto vendita fisicamente dislocato anche nel loro territorio. Nella speranza che il Congresso USA consenta loro di incassare tasse per vendite avvenute al di fuori del loro territorio di competenza, una coalizione di stati americani sta lavorando da diversi mesi a un progetto di semplificazione e omogeneizzazione dei rispettivi regimi fiscali.