Le vie del clubbing sono infinite, come lo sono le sue contaminazioni. I dancefloor parlano sempre di più italiano e, sembra proprio che qualcosa si stia movendo anche nel nostro Paese. Nel fermento dell’electro/house che avanza, una nicchia drum&bass/filo dubstep si sta facendo spazio tra i sentieri dei beat, suonati a tutto volume nei club internazionali. Promotori sani di questa corrente di pensiero sono gli LNRipley. Torinesi, amanti della sperimentazione, i cinque ragazzi si incontrano nel 2006 e cominciano a produrre musica sotto lo pseudonimo scelto grazie alla comune passione per Alien e per l’eroina della saga. Raggiungiamo Victor, voce della band, per parlare con lui di come si è formato il gruppo, della scena clubbing odierna e dei loro progetti futuri. “Ci siamo conosciuti tutti a Torino, io suonavo nelle serate drum&bass, Ninja è uno dei componenti dei Subsonica e frequentava queste serate, delle quali poi è diventato dj resident e lì è nata l’idea di trasporre in musica live ciò che proponevamo tramite dischi. E’ iniziato tutto in maniera molto naturale”, racconta l’artista. Il gruppo è stato definito in passato “punk&bass” e chiediamo a Victor se le sonorità della band si rispecchiano ancora in questa definizione: ”In realtà no, è una definizione ormai morta. Lo dico sempre, le definizioni le danno i giornalisti, difficilmente i musicisti si autodefiniscono. ‘Punk&bass’ è uscita fuori tempo fa, non so come. L’abbiamo letta anche noi da qualche parte e abbiamo scoperto di essere una band ‘punk&bass’ (ride). Ora, se vogliamo trovare un’altra definizione per la nostra musica, ci piace molto ‘wodootronic” (ride ancora). Ovviamente scherzo, le definizioni sono molto riduttive, ingabbianti. Possiamo dire che gli LNRipley non sono una band indie, non fanno musica cantautorale e si possono ritrovare tra tutto ciò che c’è tra il rock e la dance”, prosegue il musicista. E a livello compositivo?: “I nostri brani nascono in maniera molto differente rispetto al passato. Abbiamo realizzato un album interamente in presa diretta, il primo, registrato in tre giorni. Ci siamo chiusi in studio e in una settimana abbiamo realizzato dieci pezzi. Il secondo è nato in Sardegna, ci trovavamo li in occasione di un festival d&b, di giorno suonavamo e di sera ci dedicavamo alla vita notturna. Si componeva tutti insieme e, una volta tornati a Torino, abbiamo registrato il tutto. Il terzo disco invece, nasce prima con un lavoro ‘in solitaria’ dei membri del gruppo: ognuno ha buttato giù delle idee da solo e poi, una volta in studio, abbiamo iniziato a traslare le produzioni fatte a casa per poterci lavorare insieme. Non abbiamo uno schema fisso, come si può notare”, afferma il musicista. Gli LNRipley hanno dato vita, durante lo scorso tour, al progetto USB Alert, e chiediamo a Victor di parlarcene: “Come tutte le idee fighe, anche questa è nata per caso. Sono poi gli altri a farti notare che può funzionare. Noi abbiamo dato vita alla cosa per un’esigenza puramente personale: eravamo sempre in tour e volevamo allo stesso tempo produrre musica nuova, ma non potevamo fermarci. L’unico modo per fare entrambe le cose era suddividere i pezzi in ‘grappoli’: registrare tre brani, suonare dal vivo e distribuire le tracce al momento, attraverso una chiavetta USB, intuizione che ha avuto il nostro bassista. E’ un modo per diffondere la nostra musica durante i concerti, per valorizzare i live e se non sei venuto al concerto non puoi avere i brani perchè non te li forniamo online. Paradossalmente, la gente che comprava le chiavette ai concerti non le ha rese disponibili su internet. E’ stata una forma di rispetto per il nostro lavoro che abbiamo apprezzato davvero molto”, dice Victor. Lo sperimentalismo è stato da sempre nelle corde della band, tanto da far partecipare i ragazzi al festival “Via stellae”, manifestazione di musica barocca: “All’inizio ci siamo chiesti anche noi in che modo potevamo far convivere la musica classica con la d&b, ma incontrando le persone giuste si può fare di tutto. Abbiamo conosciuto un regista, Davide Livermore, che ci ha proposto questo progetto e l’abbiamo sposato al volo. Ci sembrava ci fosse una connessione tra musica barocca e drum&bass, che può suonare strano detta così, ma sono due generi che hanno davvero molte similitudini, hanno molti cambi nella loro struttura. Per noi è stato difficile comprendere le dinamiche tecniche di quel genere all’apparenza tanto diverso dal nostro. All’inizio abbiamo dovuto imparare a confrontarci coi musicisti, e loro con noi, ma dopo pochi giorni è nata un’alchimia fantastica Su Youtube potete sicuramente trovare le immagini del concerto”, afferma l’artista. Gli LNRipley sono attualmente al lavoro su un nuovo disco, ricco di contaminazioni, come ci racconta Victor: “Non sappiamo ancora la data di release precisa ne che titolo avrà, sappiamo solo che è il disco migliore che abbiamo prodotto ad oggi. Abbiamo una dedizione nella costruzione del suono notevole, soprattutto perché realizziamo un genere che di solito è destinato al dancefloor e ai dj, e poi lo trasliamo live. Il nostro obiettivo è suonare ciò che ascoltiamo e che ci piace, Nel corso degli anni abbiamo modificato molto il nostro suono. Lo si può riscontrare anche confrontando il primo disco con l’anticipazione dei nuovi pezzi. Ci applichiamo al rimanere aggiornati e non ci accontentiamo di un sound che ci piace al momento ma cerchiamo di portarlo a livello successivo, proprio per proporre qualcosa di nuovo e anticipare ciò che verrà. Lo facciamo soprattutto per noi, per una crescita personale”, afferma il cantante. “Penso ci sia un’enorme differenza tra gli italiani che rappresentano il clubbing nel mondo e quelli che lo rappresentano in Italia. Crookers, Bloody Beetroots e la corrente che si chiama all’estero ‘italo disco’ e che da noi non esiste come genere, sono le novità che ci identificano maggiormente al di fuori dei confini. Chi rappresenta il clubbing in Italia è, a parer mio, statico, soprattutto a livello di house e di techno. Hanno fatto, invece, passi in avanti la drum&bass e la dubstep con le sonorità arrivate dagli USA e dall’Inghilterra. Vedo in giro più clubbing d&b e breakbeat: noi, per esempio, abbiamo suonato in posti atipici, tipo l’Aquafun di Riccione e il nostro sound è stato apprezzato. L’orecchio italiano si sta evolvendo ad ascoltare qualcosa di diverso, in linea con i suoni internazionali, A chi vuole approfondire la conoscenza del genere, consiglierei il talento nostrano De Niro, che ha prodotto un paio di release per la Nomad e la crew dei Numa di Firenze. A livello internazionale vi suggerisco Nit Grit e di consultare il sito UKF con tutte le novità e le chicche appartenenti alla d&b e alla dubstep”, conclude Victor. Gli LNRipley saranno prossimamente dal vivo per quattro date, che non sono ancora state definite. Per tutte le informazioni sulla band e sui prossimi live è possibile consultare la sua pagina Facebook ufficiale.
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16/02/2012