Svezia e Regno Unito vogliono ridurre i limiti all'importazione di CD
I ministri economici dei due paesi stanno facendo pressioni presso gli altri partner europei per una revisione in senso meno restrittivo delle norme internazionali sull’importazione parallela e la tutela dei marchi, a seguito di un’indagine da loro commissionata e che ha verificato l’esistenza di forti disparità nei prezzi dei CD tra i diversi paesi dell’Unione.
La ricerca, condotta dalla Economist Intelligence Unit, ha prodotto un documento di 234 pagine dal quale risulta che proprio Svezia e Gran Bretagna sono i due paesi europei in cui i CD risultano più cari: il prezzo medio al pubblico registrato nel Regno Unito risulterebbe infatti di 21,98 euro, circa 42.560 lire, il 30 % in più di quello rilevato nel paese meno caro dell’Unione, la Germania (15,58 euro, 30.160 lire). Il prezzo medio dei CD risulterebbe invece pari a 18,34 euro (35.511 lire) nei cinque paesi presi in considerazione dalla ricerca, Gran Bretagna, Svezia, Francia, Germania e Stati Uniti. “Il mercato unico dovrebbe servire a smussare le differenze di prezzo tra i paesi membri dell’Unione Europea, ma evidentemente le cose non funzionano come dovrebbero”, ha commentato il ministro per il commercio svedese Leif Pagrotsky, invitando i consumatori europei a “rivolgere domande ai rivenditori, comparare i prezzi ed acquistare dove risulta più conveniente”, e dichiarando la sua intenzione, insieme con il collega inglese Kim Howells, di portare sul tavolo di discussione comunitario la richiesta di maggiore flessibilità nella regolamentazione internazionale delle importazioni parallele. I risultati della ricerca sono stati tuttavia fortemente criticati da esponenti dell’industria musicale e tacciati di inattendibilità da più parti, sia per l’esiguità dei punti vendita presi a campione (non più di tre per ciascun paese) che per il numero ridotto di album di cui è stato rilevato il prezzo di vendita: in ciascun mercato, il sondaggio – realizzato sei mesi fa, ma solo ora reso pubblico - ha preso in considerazione gli album che figuravano rispettivamente al primo, quinto e decimo posto della classifica di vendita, con l’aggiunta di tre dischi che in quel momento risultavano tra i più venduti in tutta Europa, Verdi” di Andrea Bocelli, “Kid A” dei Radiohead e “All that you can’t leave behind” degli U2. .