Dopo il processo che ha visto Conrad Murray condannato a quattro anni di detenzione, le quotazioni di Michael Jackson cresceranno. Questa la tesi sostenuta dall'agenzia AP, la quale riporta che la fama del Re del Pop non è affatto stata intaccata dalle settimane alla Superior Court di Los Angeles; anzi, l'aura di Jackson è intatta perché non sono riusciti a farlo passare per un drogato. Ora, piuttosto, viene considerato come la vittima dell'avido Murray, il medico il quale, nonostante fosse pagato profumatamente, lo lasciò da solo per andare a fare delle telefonate private proprio dopo averlo imbottito del pericoloso Propofol. Ora, mentre a Las Vegas apre lo show "Michael Jackson: the immortal world tour" a cura del Cirque du Soleil, l'informatissimo biografo del cantante nonché autore J. Randy Taraborelli dice: "Alla fine la sua reputazione non ha subìto molti danni. Penso che il processo abbia 'umanizzato' Michael Jackson, lo ha presentato come un essere umano con i suoi problemi. Durante lo svolgimento del processo la simpatia si è spostata verso di lui. Era una persona che soffriva parecchio e che non riusciva ad ottenere l'aiuto del quale aveva bisogno". Thomas Mesereau junior, l'avvocato che difese Jackson nel processo del 2005, afferma: "Sicuramente all'immagine di Jackson non hanno fatto bene tutte quelle testimonianze sull'uso di medicinali. Ma col tempo la gente si concentrerà maggiormente sulla sua musica, e gli aspetti negativi
evaporeranno".
Dice Martin Cribbs, esperto di licensing e branding di personaggi celebri scomparsi: "Credo che le 'rivelazioni' scaturite dal processo non avranno impatto. Noi, come società, tendiamo a dare a tutti una seconda possibilità. Il retaggio che lascia Michael sarà come quello di Elvis o dei Beatles". Cribbs non ha a che fare con la Fondazione che cura gli interessi di Jackson per gli eredi, ma è stato il rappresentante degli interessi di Gandhi, Albert Einstein e Steve McQueen per le famiglie degli scomparsi.
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02/12/2011