
Gary Barlow, punto di riferimento principale dei Take That dopo la nuova uscita di Robbie Williams dal gruppo, ha ricordato i suoi giorni bui dopo quella che sembrava la fine (1996) della formazione. Sentito dal quotidiano britannico "Guardian", il cantante, in questo periodo anche giudice della versione UK di "X Factor", ha detto: "In quel periodo abitavo nel Cheshire e andavo avanti e indietro da Londra in treno. Mi camuffavo pesantemente, con cappello e tutto. Ero sovrappeso e non mi sentivo a posto. Ero imbarazzato ad essere me stesso, che la gente potesse riconoscermi. Non era dovuto al non essere più famoso: era che nessuno aveva più bisogno di me, al telefono non mi chiamava più nessuno, non avevo niente da fare. Avevo il mio bel pianoforte bianco, quello che mi aveva portato fortuna; tutti i successi li avevo composti su quel piano, e dopo sei mesi quel piano mi tirò scemo. E questo fino al punto che trascorsi giornate intere a guardarlo, a sdraiarmi sotto di esso, sdraiarmi sopra, a strofinarmi la faccia su di lui, impazzendo lentamente, cercando di capire perché lo strumento non mi diceva più niente". Barlow ha aggiunto d'essersi sentito nuovamente "valido" solo quando i TT ricominciarono ad operare. "Quel giorno fu la prima volta dopo anni", ha detto, "in cui salii sul treno, mi tolsi il cappello e rimasi seduto tranquillamente. La gente mi si avvicinava ed era così carina". Pochi giorni fa Barlow aveva affermato: "Sì, Robbie non è più nella band. E' stato bello averlo e siamo andati tutti molto d'accordo. Il tour l'abbiamo finito. Siamo tutti felici. Rob è nostro fratello, e se dovesse avere dei problemi, o volesse trascorrere un anno senza dover per forza fare il Robbie Williams, è il benvenuto quando gli pare. Rob sta facendo un disco solista, quindi da ora in poi si ritorna a dove eravamo prima che rientrasse. Il nostro periodo come gruppo composto da cinque elementi è terminato in maniera perfetta, ma con Robbie possiamo riprendere in qualsiasi momento".


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