Ex.Wave, dalla classica all'elettronica: 'Vi diciamo cosa ci piace e cosa no'

Arrivano entrambi dal mondo della musica classica: accademie, conservatori, concerti... ma per gli Ex.Wave la musica è sperimentazione, contaminazione, pulizia del suono, sì', ma anche leggerezza e divertimento, senza prendersi troppo sul serio, insomma: "Arriviamo da un ambiente dove ti insegnano a suonare tecnicamente in modo perfetto, ma non ti raccontano cosa ti aspetta fuori dal conservatorio", raccontano i due artisti abruzzesi, "Del senso del gusto se ne parla poco. In accademia non sanno nemmeno cos'è l'ufficio stampa, sanno suonare da paura, per carità, ma una volta che hanno in mano un diploma, vincono qualche concorso e fanno qualche concerto, non gli rimane molto".
Nonostante il tono possa sembrare polemico e nonostante siano conosciuti più all'estero che in Italia, Lorenzo Materazzo e Luca D'Alberto non hanno nulla contro il nostro Paese - anche se nel corso dell'intervista daranno ancora qualche stoccata qua e là - e, anzi, hanno deciso di pubblicare in Italia il loro nuovo album "Plagiarism" che arriva a due anni di distanza dal precedente "Apri gli occhi": "Vogliamo dimostrare che un certo tipo di musica, non per forza radiofonica, ma nemmeno troppo colta, può essere fatta anche in Italia. Vediamo che c'è molto interesse sul nostro progetto. Ci troviamo benissimo con la Sony Music, anzi, da demonizzare sono più che altro le medio-grandi etichette indipendenti che finiscono con il diventare delle vere lobby. Non hanno il potere di fare cose grandi ma vorrebbero farlo e sono molto soggette alle regole di mercato. Questo è un atteggiamento che poi influisce anche sugli artisti, infatti in Italia è pieno di alternativi con pochissimo senso di costruzione delle canzoni". A costo di risultare vagamente snob, gli Ex.Wave proseguono: "Seguiamo gli Afterhours, Agnelli è un bravissimo cantante e Iriondo un ottimo musicista che ci ha aiutato anche molto, Manuel invece dovrebbe cantare un brano nel prossimo disco. Non vogliamo criticare tanto gli artisti quanto quel mondo un po' costruito dove se non vai al concerto figo e non fai l'intellettuale rimane fuori dal giro. Sembra tutto molto bello, belle parole, cose molto costruite ma poi non c'è un senso in quello che si fa. Vogliono far sembrare che sono strani, ma in realtà è gente normalissima che ha una grande influenza sui gruppi di provincia che cercano di imitare e di appartenere a tutti i costi a quell'ambiente".

I due musicisti hanno le idee chiare anche per quanto riguarda le collaborazioni, aspetto del loro progetto molto importante visto i passati incontri con George Michael e i Deep Purple ai quali hanno aperto dei concerti, o Alan Wilder dei Depeche Mode e Astrid Young, sorella di Neil, che presta la voce per il brano "Wonderland" presente nel disco: "Quando abbiamo aperto il concerto dei Deep Purple è stato bellissimo sapere che mentre eravamo sul palco loro ci seguivano dalle quinte, cosa che, a detta degli addetti ai lavori, non fanno mai. Abbiamo ricevuto molti complimenti e questa cosa ci ha fatto molto piacere. Astrid invece ci ha contattato lei, aveva sentito del materiale che avevamo dato a Wilder e si è incuriosita. Ci ha scritto senza nemmeno dirci che era la sorella di Neil e questo fa parte della sua personalità ricca di classe ed eleganza. Gli artisti stranieri in generale, tutti, sono persone favolose rispetto agli italiani, lavorando con loro si crea un rapporto onesto anche tramite mail. Astrid per esempio ha rinunciato ai diritti ma voleva essere inserita nei crediti, qui in Italia anche il meno famoso partecipa a un tuo progetto solo se trova brioche e cappuccino". 
Gli Ex.Wave raccontano infine come si sono conosciuti: "Sull'euforia di un concorso al quale avevamo partecipato, abbiamo deciso di dare vita ad un nostro progetto. Inizialmente abbiamo inserito nei nostri concerti di classica una parte sperimentale, che il pubblico non si aspettava, e che alla fine ha riscosso più successo del repertorio da camera. E' nato tutto così. All'inizio abbiamo elettrificato tutto, passando alla violectra e ai synth giocando sul minimalismo, mente con 'Plagiarism' è cambiato l'approccio e abbiamo preso più consapevolezza anche dell'uso degli arti inferiori: ora siamo arrivati ad avere venti strumenti a testa e ci siamo messi in gioco anche con le voci, sradicando un po' anche i paletti che ci aveva imposto l'accademia. Il più grande lavoro però è quello di evitare i barocchismi, siamo molto bravi tecnicamente ma troviamo un po' kithc fare del virtuosismo senza il senso del gusto".
Il duo sarà in tour a partire da novembre: "Avremo due date molto importanti, a Roma e Milano, con contorno di video strettamente legati alle atmosfere della nostra musica. Dal vivo improvvisiamo poco, ma ci piace molto riprendere i brani e dare loro una nuova veste musicale".

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