I politici americani alzano nuovamente gli scudi a difesa del sito fondato da Shawn Fanning.
Primo tra tutti il senatore repubblicano dello Utah Orrin Hatch, che aveva già avuto modo di manifestare esplicitamente le sue opinioni l’estate scorsa, presiedendo alle udienze parlamentari sul caso Napster (vedi news). Intervenendo nella giornata di mercoledì 10 gennaio alla conferenza “The future of Music Policy”, Hatch ha ribadito le sue posizioni, invitando l’industria discografica e le Web company che promuovono lo scambio in rete di file musicali a tenere aperte le porte a una collaborazione. “In caso contrario, se saranno gli stessi guardiani dei cancelli a restringere l’accesso, case discografiche, artisti e consumatori di musica perderanno un’opportunità unica”, ha ammonito Hatch, il quale ha aggiunto di sperare che l’accordo tra Napster e Bertelsmann si concretizzi entro l’anno nell’offerta di nuovi servizi musicali on-line. Alla autorevole voce di Hatch si sono aggiunte quelle di numerosi altri parlamentari, pronti a prendere le difese del sito californiano e a criticare aspramente i contenuti del Digital Millennium Copyright Act, la legge americana promulgata nel 1998 con l’obiettivo di tutelare i diritti d’autore nell’era digitale e che – nell’opinione di diversi legislatori – si è rivelato uno strumento utile a proteggere i profitti dell’industria dell’intrattenimento ma non gli interessi degli artisti e dei consumatori. Opinioni, queste, ribadite anche da interventi esterni come quello del rapper Chuck D, che nell’occasione ha confessato di incoraggiare i suoi tre figli all’uso di Napster, piuttosto che dei siti “legali” i quali richiedono somme di denaro a suo giudizio eccessive per scaricare musica dalla rete. .