Ligabue, Campovolo 2.0: la prima parte del concerto

Sono quasi le 21 e 30 quando Ligabue sale sul palco per dare il via all'edizione di 2.0 di Campovolo, seconda volta del rocker di Correggio all'aeroporto di Reggio Emilia (la prima, nel 2005, chiamò a raccolta oltre 165.000 persone, contro le oltre 110.000 dell'edizione 2011) e ultima sua apparizione prima di "una vacanza dalla durata indefinita" (anche se, si tranquillizzino i fan, entro tre mesi "a causa di un ingrossamento delle gonadi dovuta al tedio per inattività" è previsto un ritorno in attività, ancorché lontano dai riflettori). Ligabue, che schiera ben tre formazioni in campo questa sera, affida l'apertura alla collaudatissima "Questa è la mia vita", eseguita con la sua attuale backing band, che lo accompagnerà fino a "Le donne lo sanno": al centro del palco, l'artista prende le misure dell'impianto e infila in rapida successione la recente "Un colpo all'anima" e la più datata "I ragazzi sono in giro", che scatena il primo vero boato della folla (che si ripeterà, quasi uguale, su "Le donne lo sanno"). Un breve pausa e sale sul palco Corrado Rustici, che imbraccia la chitarra per l'attacco di "Ci sei sempre stata", che si conclude con un assolo dato letteralmente in pasto al pubblico sulla pedana rialzata. Si prosegue con "Atto di fede", che precede "Le donne lo sanno", ultimo brano con l'assetto della formazione attuale prima dell'arrivo sul palco di Mauro Pagani: sulle assi rimangono solo l'ex PFM e il Liga, che propongono una versione essenziale di "Ho ancora la forza" per sole chiatarra acustica, armonica, flauto e violino. L'ingresso sulla ribalta dei Clandestino è introdotto da una gag che ha per protagonista il manager di Ligabue, Claudio Maioli, che in camicia hawaiana e sigaro si presenta sotto i riflettori, inserisce una moneta in un juke-box e "materializza" il gruppo sul palco: si riparte quindi con una robusta versione di "Anime in plexiglass", classico estratto dallo storico "Lambrusco, coltelli, rose e popcorn" del 1991, seguita dall'ancor più datata "Figlio d'un cane", che precede il primo inedito, "M'abituerò" (risalente al periodo di "Sopravvissuti e sopravviventi" del '93), che vede tornare Corrado Rustici sotto i riflettori. L'intro di Fender Rhodes e l'acustica a tracolla del Liga lasciano presagire atmosfere più tranquille giusto per un paio di battute, che lasciano spazio ad un potente ritornello elettroacustico quasi subito.

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