Il ricorso era stato proposto dalla star americana a luglio e il verdetto della World Intellectual Property Organization si è fatto attendere solo tre mesi. La giuria, composta di tre membri, ha così ordinato a Mr. Parisi di trasferire il suo sito all’indirizzo “the queen of pop”.
Tra le motivazioni addotte dai giudici il fatto che Parisi non avrebbe acquistato i diritti per la spendita del nome “Madonna”, e, soprattutto, la mancata produzione di prove che l’utilizzo di questo dominio fosse necessario per le attività svolte in Internet dal “cybersquatter”.
Dal canto suo Parisi ha dichiarato che la vicenda non finirà così: “Non credo che la signora Ciccone abbia dei motivi reali che avvalorino la sua scelta di farsi chiamare con l’appellativo della Vergine Maria”, ha spiegato Parisi, “E soprattutto che questo le dia il diritto di uso di questo nome sopra ogni altra persona”.