Hugh Laurie, con 'Let them talk' il Dr. House si dà al blues

Guai a chiamarlo il Dottor House delle dodici battute: "Gli attori mettono sù una maschera, i musicisti la tolgono. Amo il personaggio di House, ma questo è più vicino a quello che sono", ha detto Hugh Laurie a Londra, ieri, nel corso della presentazione del suo album di debutto, "Let them talk", prodotto da Joe Henry, pubblicato dalla Warner Bothers e impreziosito dalla collaborazione di ospiti celebri come Tom Jones, Dr.
John e Irma Thomas. "Ho trascorso anni a nascondermi dietro un personaggio e sono pentito di non aver fatto questo vent'anni fa", ha detto l'attore: "Per me questa è la vera musica, la amo in maniera davvero autentica". In scaletta, infatti, figurano classici come "St. James infirmary", "Swanee river" e "After you've gone", veri e propri pilastri della musica del Delta: "Da bambino studiavo piano con una certa signora Hare, che mi faceva fare solo ninna nanne francesi, ma nel libro di musica c'erano anche brani come questi, e io sognavo di suonarli". Di certo, Laurie non considera questo suo debutto come un semplice divertissement: ""Se non sembra troppo avido, mi piacerebbe continuare a fare sia House, che a suonare. Ma House a un certo punto dovrà finire, mentre la musica non finisce mai", ha ribadito lui, lasciando intendere che il suo prossimo tour - molto più esteso di quello meramente promozionale che fino ad oggi l'ha portato solo quattro volte a calcare le assi di un palco - potrebbe toccare anche l'Italia.