Caterina Caselli e la discografia italiana in svendita

"Il Messaggero" analizza la crisi del prodotto discografico italiano (nel ’98 abbiamo comprato solo il 40,6 per cento di dischi incisi dai nostri connazionali contro il 57,2 del ’97).
Di fronte alle voci che vogliono la Rti Music nel mirino della Warner, «l’unica bandiera tricolore che continuerebbe a sventolare sarebbe quella della Sugar di Caterina Caselli, sopravvissuta alla cessione della Cgd e corroborata dai milioni di dischi che Andrea Bocelli vende in tutto il mondo. "Ci sentiamo piccoli in un mondo dove si riducono i proprietari della musica", dice la Caselli. (.) Si può solo lavorare su prodotti che possano inserirsi in un mercato globale con una loro diversità, un’identificabilità chiara. Quando venne venduta la Cgd alla Warner, nell’89, ho capito che per andare avanti avremmo dovuto essere piccoli e snelli, producendo poco e solo quello che volevamo fare. Prodotti ridotti al minimo, senza strafare, facendo proprio un concetto quasi artigianale, realizzato con cura e un’attenzione tutta particolare, che diano spazio al talento genuino". Insomma la via Bocelli è chiara. Ma la Caselli ammette che c’è stata anche una buona dose di fortuna: per le circostanze e per Bocelli stesso, "un artista instancabile"».