Dalla conferenza DDMI, Danny Golberg di Artemis Records: ‘Internet? Dobbiamo sperimentare’

Nel ‘keynote speach’ della giornata di apertura della conferenza “DDMI – Digital Distribution and the Music Industry”, in corso a Los Angeles dal 20 al 22 settembre, e’ intervenuto via satellite da New York Danny Goldberg, presidente di Artemis Records ed ex dirigente di alto livello di Warner e Mercury prima della fondazione della sua etichetta. Con il consueto senso dell’umorismo, ma soprattutto con grande senso pratico, ha intrattenuto gli intervenuti illustrando la sua visione di discografico nei confronti di Internet, della quale riportiamo i punti salienti:
Sul futuro: “Due anni fa, interrogato in merito [a Internet], dissi che non sapevo bene cosa sarebbe successo. Oggi dico la stessa cosa, ma non è un male: quando non conosci, sei più aperto…. Le piccole e giovani etichette, come la nostra, possono competere nell’industria musicale solo con un atteggiamento di apertura, e sperimentando”.
Su Napster: “Napster ha sicuramente stimolato un grande interesse intorno alla musica, e questo è un titolo di merito. Può fatturare moltissimo con l’industria musicale; il fatto, però, è che deve agire in un quadro di legalità e la risoluzione della questione sul copyright è cruciale. Oggi, di fatto, Napster è soprattutto un problema legale e, a chi mi chiede se le major cercheranno di appropriarsene, rispondo che prima dovrà esserci chiarezza sulla sua sopravvivenza. Personalmente, sono molto incline a collaborare con Napster sotto il profilo del marketing, credo che si possano sperimentare operazioni molto interessanti e redditizie”.
Sulla pirateria: “La sfida per il music publisher non consiste nell’eliminare la pirateria, perché è impossibile: c’è sempre stata e ci sarà sempre; al contrario, la sfida è rendere la pirateria sconveniente per l’utente”.
Sul futuro: “Due anni fa, interrogato in merito [a Internet], dissi che non sapevo bene cosa sarebbe successo. Oggi dico la stessa cosa, ma non è un male: quando non conosci, sei più aperto…. Le piccole e giovani etichette, come la nostra, possono competere nell’industria musicale solo con un atteggiamento di apertura, e sperimentando”.
Su Napster: “Napster ha sicuramente stimolato un grande interesse intorno alla musica, e questo è un titolo di merito. Può fatturare moltissimo con l’industria musicale; il fatto, però, è che deve agire in un quadro di legalità e la risoluzione della questione sul copyright è cruciale. Oggi, di fatto, Napster è soprattutto un problema legale e, a chi mi chiede se le major cercheranno di appropriarsene, rispondo che prima dovrà esserci chiarezza sulla sua sopravvivenza. Personalmente, sono molto incline a collaborare con Napster sotto il profilo del marketing, credo che si possano sperimentare operazioni molto interessanti e redditizie”.
Sulla pirateria: “La sfida per il music publisher non consiste nell’eliminare la pirateria, perché è impossibile: c’è sempre stata e ci sarà sempre; al contrario, la sfida è rendere la pirateria sconveniente per l’utente”.
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