In molti la ricorderanno come la frontwoman delle 4 Non Blondes, che con la hit mondiale "What's up?", nel 1993, riuscirono a conquistarsi uno spazio nel pantheon del rock alternativo internazionale, ma Linda Perry - non sono in molti a saperlo - è una delle autrici più prolifiche e fortunate che il pop statunitense e non solo abbia conosciuto negli ultimi vent'anni: dalla sua penna, infatti, sono usciti successi spediti ai piani alti delle chart da - tra le altre - Alicia Keys, Gwen Stefani, Pink e Christina Aguilera, che prestò la propria voce all'indimenticabile "Beautiful". Eppure, nonostante la fama (e un considerevole introito in termini di royalties), la Perry sembra essersi stufata: "Lo giuro, caverò gli occhi con una forchetta al prossimo discografico che pronto a chiamarmi per chiedermi un 'brano radiofonico'", ha dichiarato lei all'edizione americana di Rolling Stone: "Nessuno di quelli coi quali lavoro vuole qualcosa che esca anche minimamente dal seminato...". E quindi? Eccola tornare, a sedici anni dallo scioglimento delle 4 Non Blondes, con una nuova band, i Deep Dark Robot: "E' molto semplice: mi sono innamorata di una donna e questo amore, rapidamente, mi ha travolto, facendola diventare - ai miei occhi - una musa di incredibile potenza, anche quando il rapporto tra noi è teso". Il risultato? "8 songs about a girl", disco registrato in compagnia del batterista dei Fatso Jetson, il vecchio amico Tony Tornay, ed un progetto nuovo di zecca, che sorprenderà - e non poco - tutti quelli che la conoscevano ed apprezzavano, sia come autrice che come leader delle 4 Non Blondes. "Fino ad oggi abbiamo suonato solo una volta, a Washington, davanti a non più di trenta persone: è una cosa che mi ha piuttosto demoralizzato, ma in un certo senso mi ha anche fatto bene. E' stato come ripartire da capo. A me piace suonare, e folle oceaniche, al limite, arriveranno dopo". E ai fan che si aspettano in scaletta "What's up?" ai concerti dei Deep Dark Robot? "Non siamo una cover band delle 4 Non Blondes, si mettano il cuore in pace. E poi c'erano tante cose che non andavano, in quella band. I dischi, ad esempio, non mi sono mai piaciuti granché. Anche 'What's up?', per esempio: la canzone mi piaceva, ma quando l'ho sentita mi è venuta da piangere, perché la produzione faceva schifo. Accidenti, pensavo, siamo una rockband con le palle, non uno di quei gruppetti puliti e patinati che si vedono in TV". Benché nell'immediato futuro la Perry voglia dedicare la maggior parte del suo tempo ai Deep Dark Robot, non è escluso che l'artista possa tornare a prestare la propria penna ad una selezionata cerchia di colleghi: "Amo molto Pink. E Christina Aguilera, che mi ispira sempre canzoni molto diverse da quelle che le fanno cantare di solito. Poi ho imparato molto, scrivendo per loro: sia chiaro, non voglio fare la figura di quella che si lamenta perché è infelice. Amo ogni singola cosa che ho fatto. Solamente, adesso ho scoperto di avere molta meno ispirazione da concedere".
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31/03/2011