I Mambassa tornano dopo quattro anni di silenzio con un nuovo album di inediti dal titolo "Lonely Planet". La band originaria di Bra, dopo aver pubblicato nel 2004 un album eponimo e dopo essere stata in tour fino al 2006 si era presa un momento di pausa, salvo poi ritrovarsi in studio a lavorare su nuovo materiale: "Dal 2004 fino al 2006 siamo stati in giro a suonare", spiega a Rockol Stefano Sardo, leader del gruppo, "quando si esaurita la spinta del disco 'Mambassa' abbiamo un po' staccato la spina, distrutti dalla routine disco-concerti fatta per undici anni. Usavamo moltissime energie per il gruppo, ricevendo in cambio sì molta stima ma mai un consenso abbastanza sostanzioso per poter farci vivere di musica. Senza frizioni all'interno della band abbiamo deciso così di dedicarci alle nostre vite. Io mi sono trasferito a Roma e mi sono dedicato al cinema, ma in realtà abbiamo abbandonato la musica per un periodo breve che coincideva con la fine del nostro contratto con la Mescal. Dal 2007 con frequenza via via maggiore abbiamo cominciato a ritrovarci, a provare insieme, a comporre canzoni e registrarle fino a che nel corso di un po' di mesi le canzoni sono tornate a riaffiorare in modo spontaneo, senza pressioni. Abbiamo scelto con cura i brani da inserire nel disco, c'è stata una cernita per renderle omogenee all'interno dell'album".
Stefano prosegue con lo spiegare le suggestioni di "Lonely Planet": "C'è un'idea di canzone dietro questo disco, molti brani potenzialmente commerciali non li abbiamo inseriti perché sembravano fuori tono, cercavamo un'atmosfera precisa e c'era un'immagine chiara, nata da una serie di domande che ci siamo posti sul come fruisce la musica oggi. Si è perso il valore di una canzone e di sceglierne una piuttosto che un'altra e in questo tipo di panorama ci sembrava che questo disco e queste canzoni potessero avere un senso nell'intimità che evocano. All'inizio della nostra carriera musicale cercavamo di fare dischi che fossero collezioni di singoli come se dovessimo giocarci subito tutte le carte che avevamo, la classica smania ingenua di piacere ad ogni costo ci portava a selezionare sempre brani che avessero un grande potenziale commerciale, mentre il fatto di fare un album che avesse una coerenza artistica e che nelle varie declinazioni mettesse in campo un suono specifico ci sembrava, adesso, più interessante". Il disco è stato anticipato dal singolo "Casting" e – una volta firmato il contratto con la EMI - dal brano "Nostalgia del futuro": "'Casting' è un brano potenzialmente forte supportato da un videoclip che genera un'attenzione che ti fa prestare ascolto al pezzo. 'Lonely Planet' non è un cd da forno a microonde che salta fuori ed è pronto, ha bisogno di un suo tempo di cottura. Si intitola così perché siamo partiti dall'immagine di un bagaglio abbandonato su un nastro trasportatore in un aeroporto vuoto. E' un disco adatto a questo momento in cui siamo tantissimi ma ognuno è rinchiuso nel suo loculo di solitudine: abbiamo voluto descrivere questa alienazione".
"In altri paesi la musica è un percorso attraverso il quale uno scopre le proprie potenzialità", aggiunge Stefano, "Un percorso impensabile in Italia perché l'attenzione è ristretta e le risorse limitate, sei sempre in una nicchia, e lo dico da osservatore, non da protagonista. Abbiamo vissuto con difficoltà l'impossibilità di fare questo percorso, senza prendere da subito il percorso artistico più adatto a noi, ma la maturazione arriva quando arriva. Per un periodo abbiamo suonato nei grandi palazzetti come spalla alle date dei Subsonica: testavo il potenziale del mio progetto con il loro pubblico e mi spiace non aver potuto giocarmi una carta sui quei tavoli ma sul tavolo delle basse puntate".
All'interno del disco, oltre al singolo "Casting", sono presenti anche altri brani come "La pioggia di settembre" e "Oggi": "Sono due canzoni diverse tra loro. Per 'La pioggia di settembre' ho una certa predilezione, ha le stigmate di canzone, ha il sapore di essere stata costruita con dei crismi esatti e quando la riascolto anche a distanza di tempo mi accorgo che non ci sono incrinature e mi sembra che rispecchi a pieno le proprie intenzioni. 'Oggi' invece è un tentativo di canzone positiva. Faccio un po' fatica quando devo svelare alcune cose intime a trovarle nelle cose positive. 'Oggi' parte da subito con una melodia mattiniera, limpida e ha delle suggestioni un po' alla