Un po’ meno disilluso Fabio Cavalera del "Corriere della Sera", :«Che cosa pensare di questo evento che ti ricorda - pur come intelligente passaggio commerciale voluto da una casa discografica che è un gigante - la vita e il mondo degli ultimi 4 decenni? "Non potevo che tornare qui". Qui dove tutto cominciò, "where all it began", come testimonia l'insegna luminosa del Cavern Club, qui è una sera che i biografi segneranno. E noi ricorderemo. (...) Si concede poche battute Sir Paul, di nero vestito: 45 secondi di discorsetto, 16 brani, incassi in beneficenza, un'oretta di musica. Un solo omaggio ai Beatles, «I saw her standing there», poco prima della fine: "Questo non è un pezzo anni '50 né un pezzo anni '90, ma qualcosa che sta nel mezzo: eravamo noi". Si scaldano le fantasie dei fedeli, tutti in piedi. Al Cavern è una "messa solenne". "Macca" a Liverpool. "Macca" nel club dei club. Un Beatles. Il fantasma dei Beatles. Al Cavern non lo incontreremo, non li incontreremo mai più».
Notizie
|
15/12/1999
McCartney al Cavern: lo hanno visto, ‘standing there’...
Il ritorno di Paul McCartney al "Cavern" di Liverpool è stato seguito da 350 invitati - tra i quali, 50 giornalisti. L’Italia ne vanta due. Cominciamo con Laura Putti de "La Repubblica", che descrive la «band di "dinosauri" che fa una certa impressione vedere assieme: Dave Gilmour dei Pink Floyd e Mick Green dei Pirates alla chitarra, Ian Paice dei Deep Purple alla batteria e Pete Wingfield alla tastiera. Nonostante vadano giù duri con gli strumenti, i quattro non si agitano granché: forse è colpa dell'età, delle teste bianche (tra le quali spicca quella di Paul, fiammeggiante di henna) e anche di vistose pinguedini. E' iniziato con "Honey hush", la canzone di Big Joe Turner (1954) ed è terminato con "Party" portata al successo da Elvis (1957) il concerto con il quale Paul McCartney ha fatto ritorno a casa. McCartney ha così festeggiato a suo modo il nuovo millennio. Ma, invece di aggiungere (anni, canzoni...), ha sottratto. Ha fatto un balzo all'indietro. Di 36 anni. 3 agosto 1963: i Beatles suonavano per l'ultima volta al Cavern; era il loro 280mo concerto nell'umida cantina del centro di Liverpool nel quale Lennon e McCartney (come Quarrymen) avevano debuttato nel gennaio del '58. Venti giorni dopo sarebbe uscito "She loves you" e il mito Beatles avrebbe avuto la definitiva consacrazione. (...) McCartney ha cantato solo un brano del suo glorioso passato con Lennon, Starr e Harrison: "Questa canzone non è sul disco, è stata scritta un giorno qualunque tra gli anni ’50 e i ’90" ha detto. Ed ha attaccato "I saw her standing there" in versione rock durissimo. (...) Nel pomeriggio McCartney ha fatto una breve apparizione nel Cavern, mentre fuori si accalcava una folla che continuava ad urlare "Paul vieni fuori". Magrissimo, senza allegria, né emozione negli occhi, in cinque minuti ha liquidato un'ora di attesa di fotografi, cameramen e cronisti. "Sono contento di essere qui dove tutto è iniziato. Tanti anni fa eravamo una rock'n'roll band. Il concerto è il mio modo di concludere questo secolo, questo millennio, cantando le canzoni dei miei eroi. Grazie di essere venuti, Dio vi benedica". La sera è stato vagamente più cordiale, ha presentato i compagni come una "brave band of minstrels", una coraggiosa band di menestrelli, ha chiesto spesso al pubblico se si stesse divertendo, ha dedicato una canzone (ironicamente) alla giunta comunale che negli anni 70 aveva deciso di buttare giù il Cavern; e la sua estraneità ai concerti rock è risultata evidente quando, a qualcuno che urlava tra una canzone e l'altra, ha detto: "Ci deve essere un cretinetto tra la folla". Sir Paul, più che mai. Dopo tre quarti d'ora il concerto era finito, con un solo bis e poco sudore. E venivano in mente cattivi pensieri: dei due dischi di Paul McCartney, usciti quasi in contemporanea qualche mese fa, nessuno è entrato in classifica. E se "Working classical", rielaborazione per quartetto d'archi delle canzoni scritte per l'amata moglie Linda, non era esattamente un successo annunciato, su "Run devil run" si contava di più. Invano. Questa sera il concerto andrà in onda sulla Bbc e su altre 54 televisioni del mondo, Russia compresa. Ieri è andato in onda in diretta su Internet. Non c'è niente di nuovo, una manciata di vecchissime canzoni suonate da vecchi musicisti in un club che trasuda Storia da ogni mattone. E' Paul in persona che ripete timidamente uno slogan preso in prestito da un'altra gloriosa band : "It' only rock'n'roll but we like it"».
Un po’ meno disilluso Fabio Cavalera del "Corriere della Sera", :«Che cosa pensare di questo evento che ti ricorda - pur come intelligente passaggio commerciale voluto da una casa discografica che è un gigante - la vita e il mondo degli ultimi 4 decenni? "Non potevo che tornare qui". Qui dove tutto cominciò, "where all it began", come testimonia l'insegna luminosa del Cavern Club, qui è una sera che i biografi segneranno. E noi ricorderemo. (...) Si concede poche battute Sir Paul, di nero vestito: 45 secondi di discorsetto, 16 brani, incassi in beneficenza, un'oretta di musica. Un solo omaggio ai Beatles, «I saw her standing there», poco prima della fine: "Questo non è un pezzo anni '50 né un pezzo anni '90, ma qualcosa che sta nel mezzo: eravamo noi". Si scaldano le fantasie dei fedeli, tutti in piedi. Al Cavern è una "messa solenne". "Macca" a Liverpool. "Macca" nel club dei club. Un Beatles. Il fantasma dei Beatles. Al Cavern non lo incontreremo, non li incontreremo mai più».
Un po’ meno disilluso Fabio Cavalera del "Corriere della Sera", :«Che cosa pensare di questo evento che ti ricorda - pur come intelligente passaggio commerciale voluto da una casa discografica che è un gigante - la vita e il mondo degli ultimi 4 decenni? "Non potevo che tornare qui". Qui dove tutto cominciò, "where all it began", come testimonia l'insegna luminosa del Cavern Club, qui è una sera che i biografi segneranno. E noi ricorderemo. (...) Si concede poche battute Sir Paul, di nero vestito: 45 secondi di discorsetto, 16 brani, incassi in beneficenza, un'oretta di musica. Un solo omaggio ai Beatles, «I saw her standing there», poco prima della fine: "Questo non è un pezzo anni '50 né un pezzo anni '90, ma qualcosa che sta nel mezzo: eravamo noi". Si scaldano le fantasie dei fedeli, tutti in piedi. Al Cavern è una "messa solenne". "Macca" a Liverpool. "Macca" nel club dei club. Un Beatles. Il fantasma dei Beatles. Al Cavern non lo incontreremo, non li incontreremo mai più».