Nel nuovo di Mary J.Blige cè la sua anima soul

Riservata e schiva (a dispetto della sua apparente esuberanza), Mary J. Blige ha incontrato la stampa per parlare di "Mary", il suo nuovo album, pubblicato in tutto il mondo a metà del mese di agosto. «La casa discografica avrebbe voluto che fosse un album doppio», ha spiegato, «ma io invece desideravo che i miei fans potessero permettersi di acquistarlo. Così posso dire che “Mary” è il lato soul della mia produzione attuale. Poi, aspettatevi “Mary volume 2”: quella è la parte hip hop, e uscirà nel marzo del 2000. Hanno collaborato con me Busta Rhymes e Jay Z».

Molti progetti in testa (tra cui un film) e una grande consapevolezza di se stessa, Mary J. Blige ama scegliere personalmente i suoi collaboratori e curare una gran parte degli aspetti riguardanti la nascita e la produzione di un disco: «So di non poter seguire proprio tutto, ma non importa. Mi piace curiosare, occuparmi anche di cose che potrei delegare. E dove non arrivo io, ci pensa la gente che lavora con me. Mi fido di loro; se non fosse così non potrei andare avanti».
A chi le chiede come è cambiata, con il successo, la sua vita, Mary J. Blige risponde, semplicemente: «Non mi dimentico di provenire da un posto molto povero. Non permetto a me stessa di far finta che il mio passato non sia mai esistito; per questo motivo non scriverei mai canzoni che parlino di automobili, o di altre cose inutili».
Interpellata, poi, a proposito del suo ruolo-guida per molti giovani americani (specialmente neri), risponde: «Non credo di avere chissà quali capacità. Mi limito a fare una cosa che credo importante: dire la verità. Io canto cose vere, cose che ai ragazzi nessuno dice. Io mi sono drogata, e allora posso raccomandarmi: “Ragazzi, voi non lo fate”. Molti dei miei fan mi hanno detto: “Tu mi hai salvato la vita, con le tue canzoni”. Ho sempre risposto che sono stati loro a salvare la vita a me, quando io stavo per morire».
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